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Virus in Cina, l'Ue si attiva per riportare a casa gli europei

Pronti i primi voli per riportare a casa i cittadini europei dalle zone a rischio in Cina

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

La diffusione del Coronavirus cinese accelera: la Commissione sanitaria nazionale di Pechino ha reso noto che i casi d’infezione accertati sono aumentati a 4.515, mentre il numero dei decessi è salito a 106. Intanto, mentre un nuovo caso di contagio è stato confermato in Germania, l’Italia e gli altri paesi europei sono al lavoro per rimpatriare i cittadini stranieri che si trovano in Cina.

L’Unione europea ha attivato il meccanismo di protezione civile comunitario a seguito della richiesta di assistenza inviata dalla Francia, per fornire assistenza consolare ai cittadini europei che si trovano a Wuhan, in Cina. Lo comunica in una nota la Commissione Ue.

L’Ue cofinanzierà il costo di trasporto dei voli: il primo partirà dalla Francia domani mattina con circa 250 persone a bordo mentre il secondo decollerà più avanti in settimana con oltre 100 cittadini europei di altre nazionalità.

La Commissione europea ha specificato che solamente i cittadini sani o asintomatici saranno autorizzati a viaggiare e che altre domande di assistenza potrebbero essere inviate dai Paesi nei prossimi giorni.

Da Bruxelles fanno sapere che i cittadini europei ancora presenti nella regione che desiderano essere rimpatriati possono ancora fare richiesta alle autorità competenti, a prescindere dalla loro nazionalità.

“Siamo pronti ad assistere i Paesi membri e ad assicurare una risposta europea forte e coordinata all’evolversi della situazione sul coronavirus, fuori e dentro l’Unione”, ha dichiarato la commissaria europea alla salute, Stella Kyriakides.

Quella della Francia è la prima richiesta di assistenza inviata nel quadro del Meccanismo europeo di protezione civile, ma altre potrebbero seguire nei prossimi giorni.

Il Meccanismo europeo di protezione civile rafforza la cooperazione fra i Paesi dell’Unione per migliorare la prevenzione e la loro prontezza nel rispondere alle catastrofi. Ad oggi, partecipano al meccanismo tutti gli Stati Ue, a cui si aggiungono anche Islanda, Norvegia, Serbia, Macedonia del nord, Montenegro e Turchia.

Dal momento della sua creazione nel 2001, lo strumento ha permesso di rispondere a oltre 300 richieste di assistenza dentro e fuori l’Unione.

Coronavirus, il piano della Farnesina per rimpatriare gli italiani a Wuhan

Il ministero degli Estei sta valutando come riportare in patria i cittadini italiani che si trovano nella provincia di Wuhan e nelle altre zone a rischio della Cina.

Secondo quanto riporta l’Ansa, la Farnesina ha escluso l’idea di un “trasferimento via terra, che implica quarantene piuttosto complesse”, e  “sta valutando insieme anche con altri soggetti, tra cui l’istituto Spallanzani, il Ministero della Sanità e il Centro interforze l’idea di un trasferimento aereo“, che comunque “sarà complesso”.

Il capo dell’Unità di crisi della Farnesina Stefano Verrecchia, intervenuto a “La vita in diretta” su Rai1, ha spiegato che per il rimpatrio volontario degli italiani da Wuhan “ci sono ancora procedimenti che devono essere ancora attuati e che non dipendono interamente da noi, ma facciamo il massimo per fare il prima possibile“.

Verrecchia ha aggiunto che si è “optato per organizzare un trasferimento aereo” anche in collaborazione con altri paesi europei che si trovano nella stessa situazione.

Intanto il ministero della Salute ha annunciato che i voli privati dalla Cina in arrivo in Italia “atterreranno negli scali sanitari”. In particolare è stato deciso di convogliare verso l’aeroporto di Roma Fiumicino gli eventuali voli privati in arrivo dalla Cina destinati allo scalo di Ciampino.

Si sta procedendo per estendere la stessa misura agli altri aeroporti italiani e consentire l’atterraggio dei voli dalla Cina solo a Roma Fiumicino e Milano Malpensa.

Nello scalo romano, oltre al canale di controllo sanitario già attivo, sono stati installati altri 4 scanner termici posizionati direttamente ai gate di arrivo che saranno operativi nelle prossime 48 ore.

Secondo quanto riferito dal ministero guidato da Roberto Speranza, “al momento tutti i casi sospetti segnalati in Italia si sono rivelati infondati“.

Coronavirus, l’appello dell’Oms a mantenere la calma

“L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) apprezza le misure adottate dal governo cinese contro l’epidemia del nuovo coronavirus 2019-nCoV e confida nelle capacità del Paese di prevenire e contenere il contagio”. Lo ha detto oggi il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, incontrando a Pechino il ministro degli Esteri Wang Yi.

L’Oms, ha aggiunto, non raccomanda l’evacuazione dei cittadini di altri Paesi dalla Cina e invita la comunità internazionale a “mantenere la calma e a non reagire in maniera eccessiva”.

A seguito dello scoppio dell’epidemia di polmonite, ha proseguito Tedros Adhanom, la Cina ha identificato in tempi record gli agenti patogeni responsabili, condividendo la sequenza genetica del nuovo coronavirus 2019-nCoV sia con l’Oms che con altri Paesi e adottando una serie di efficaci misure per contenere la diffusione del contagio.

L’Oms, ha concluso Tedros Adhanom, spera di rafforzare la cooperazione con la Cina ed è disposta a fornire a Pechino tutto l’aiuto necessario per contenere l’epidemia.

Coronavirus, in USA parte lo sviluppo di un vaccino

Le autorità sanitarie degli Stati Uniti stanno tentando di sviluppare un vaccino contro il coronavirus che ha avuto origine in Cina.

“Abbiamo già cominciato, insieme con diversi nostri collaboratori”, ha detto Anthony Fauci del National Institutes for Health (Nih). Si tratta di un processo lungo e che presenta incertezze, ha spiegato Fauci, “ma stiamo procedendo come se si dovesse produrre un vaccino. In altre parole, stiamo considerando lo scenario peggiore, ovvero che si verifichi una ulteriore diffusione”.

Coronavirus, casi sospetti anche a New York

Anche New York è allerta per il virus di Wuhan, con le autorità sanitarie che sono quasi rassegnate al fatto che prima o poi qualche caso verrà accertato anche nella metropoli americana.

“È inevitabile che prima o poi qualcuno risulterà positivo al virus”, ha ammesso il responsabile newyorkese alla sanità Oxiris Barbot. E così gli ospedali della metropoli sono mobilitati per prevenire un’eventuale diffusione dell’epidemia, con controlli serratissimi su tutti i pazienti che sono stati di recente a Wuhan.

Al momento in tutto lo stato di New York, riferisce Ansa, sono stati esaminati nove casi sospetti: quattro sono risultati negativi, mentre gli altri cinque sono in attesa del responso. All’ospedale Bellevue di Manhattan è stata allestita un’apposita unità speciale. Tuttavia, spiegano le autorità, non è escluso che i pazienti possano essere messi in quarantena nella loro stessa abitazione a seconda della gravità del caso.

Fonte foto: Ansa
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