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Claudio Anastasio e la gaffe su Benito Mussolini: gli altri esponenti di FdI accusati di nostalgia fascista

I precedenti in Fratelli d'Italia al caso di Claudio Anastasio che non hanno portato alle dimissioni per nostalgia del fascismo

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Giuseppe Pastore

GIORNALISTA

Giornalista professionista, si occupa di attualità e politica parlamentare seguendo i lavori di Camera e Senato. Laureato in Giurisprudenza, muove i primi passi nel giornalismo scrivendo di cronaca e politica in Puglia per poi collaborare con alcune testate nazionali.

Le dimissioni di Claudio Anastasio gettano nuove ombre legate al tema del fascismo sul partito di Giorgia Meloni. Immediate e irrevocabili, così le ha definite il manager – nominato dalla premier – alla guida della società pubblica 3-I. Le ha firmate dopo la diffusione della sua mail inviata al Cda della stessa società, in cui ha riproposto il discorso con cui Benito Mussolini si è assunto la responsabilità politica dell’omicidio Matteotti, il 3 gennaio 1925. Da molti è stata definita più che una gaffe, proprio come è stato detto di alcuni atteggiamenti di altri esponenti di Fratelli d’Italia, accusati di nostalgia fascista.

Il saluto romano e le gaffe sul fascismo di La Russa

La storia del busto di Benito Mussolini custodito in casa come cimelio è solo una delle ultime gaffe di Ignazio La Russa, che ha sollevato dubbi su una possibile nostalgia del Ventennio fascista da parte sua. Adesso quel busto sarebbe a casa di sua sorella, ma questo non cancellerebbe gli scivoloni dell’attuale presidente del Senato e fondatore di Fratelli d’Italia.

Durante la scorsa campagna elettorale, ad esempio, La Russa ha detto che “siamo tutti figli del Duce” per poi precisare che il riferimento era da un punto di vista “anagrafico”.

Sempre in campagna elettorale, Ignazio La Russa ha definito una “papera” il gesto commesso da suo fratello durante il funerale di Alberto Stabilini (militante dell’estrema destra milanese): nell’occasione, è sembrato che Romano La Russa si sia lasciato andare a un saluto fascista. Lo stesso saluto a braccio teso che il numero due di Fratelli d’Italia consigliò come arma anti-Covid e che, nel 2017, fece nell’Aula della Camera per dare dimostrazione di cosa sarebbe stato vietato fare con il disegno di legge Fiano sul reato di propaganda del regime fascista e nazifascista.

Il costume di Galeazzo Bignami

Un altro esponente di Fratelli d’Italia finito nella bufera e accusato di nostalgia fascista è l’attuale viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami.

Risale al 2005 la foto che lo ritrae vestito da gerarca nazista, la stessa che Fedez ha strappato durante l’ultimo Festival di Sanremo mentre si esibiva in diretta televisiva.

Fedez mostra la foto del viceministro Galeazzo Bignami a Sanremo 2023

Un’immagine che Bignami ha sconfessato, riconducendola a una festa di addio al nubilato, ma che in qualche modo ne ha segnato la storia politica iniziata nel Fronte della gioventù, l’organizzazione figlia del Movimento sociale italiano.

Oggi sono note le sue posizioni contro aborto e diritti della comunità Lgbtqi+. Tra le sue dichiarazioni, ad esempio, si ricorda il desiderio di cancellare la messa in onda della serie ‘A casa dei Loud‘ a causa della presenza di un personaggio bisessuale.

Isabella Rauti e gli auguri al Movimento sociale italiano

Onore ai fondatori e ai militanti missini“, scriveva a dicembre su Twitter la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti. L’esponente di Fratelli d’Italia voleva ricordare il 26 dicembre di 76 anni prima quando a Roma nasceva il Movimento sociale italiano. Tra i fondatori c’era anche il padre, Pino Rauti: “Le radici profonde non gelano”, aggiungeva la sottosegretaria sul suo profilo social.

Una celebrazione che, anche in quella circostanza, ha suscitato diverse reazioni tra le opposizioni.

Fonte foto: ANSA

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