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Antonio Scurati contro la Rai e Giorgia Meloni a Che tempo che fa: "Denigrato da un capo di una democrazia"

Antonio Scurati è stato ospite di Fazio a Che tempo che fa e ha parlato della cancellazione del suo monologo in Rai, di Giorgia Meloni e Mussolini

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Lo scrittore Antonio Scurati è tornato a parlare del caso che lo ha investito dopo la mancata partecipazione nel programma di Serena Bortone in Rai e le critiche ricevute da Giorgia Meloni e da altri esponenti della maggioranza. Ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa” sulla Nove, Scurati ha detto di essere stato “trascinato per i capelli in una lotta nel fango”, trovandosi nella necessità di dover chiarire la sua posizione, parlando a 360 gradi di Mussolini, di dittatura e di democrazia.

Antonio Scurati contro Giorgia Meloni: “Inaccettabile in democrazia”

Antonio Scurati ha esordito spiegando come mai, inizialmente, aveva deciso di non intervenire a proposito del caso che lo ha investito dopo la cancellazione del suo monologo.

“La Rai mi ha mandato la modulistica, che è copiosa. Mi hanno mandato i biglietti del treno, i voucher per l’hotel. Quando all’improvviso è arrivata la telefonata della conduttrice, affranta” ha raccontato.

antonio scurati fabio fazio giorgia meloniFonte foto: ANSA

Antonio Scurati a “Che tempo che fa”: sono stato “trascinato per i capelli in una lotta nel fango”

“Anche se contrariato, indignato, inizialmente ho taciuto. Ma la cosa più grave quando, a una certa ora della giornata, il capo del Governo scrive un post, dicendo che ‘non sapeva come sono andate le cose’, il che è già un motivo per tacere, ma poi usa oggettivamente espressione molto denigratorie, cercando di screditarmi, farmi passare per un avido” ha continuato Scurati.

“Non so se gli italiani si rendono conto che questa è una cosa che, in una democrazia, non dovrebbe accadere. Che un capo di Governo, con tutta la sua forza, il suo potere, attacchi un privato cittadino con frasi denigratorie, che è anche uno scrittore e dovrebbe quindi esercitare un ruolo critico”

Antonio Scurati su Ignazio Larussa e il compenso

“Non ho mai detto di essere diventato un bersaglio” ha chiarito poi Scurati. “Ma per il mio lavoro di scrittore, sono entrato in un mirino. La mia foto in prima pagina, con sotto a caratteri cubitali ‘l’uomo di M’, giocando sul doppio senso, cosa vorrebbe dire? Il giornale e il suo direttore intendevano proprio quello” ha affermato Scurati.

Il riferimento è ovviamente al gioco di parole che richiama il tema dei suoi libri, ovvero Mussolini, che nei titoli Scurati nomina con la lettera iniziale del cognome.

Fazio ha fatto poi notare che anche il Presidente del Senato, Ignazio Larussa, ha lanciato la sua critica affermando che Scurati avrebbe “già guadagnato troppo parlando di Mussolini”.

“Dispiace essere trascinato in una polemica così volgare, cosi bassa” ha risposto Scurati, provocando gli applausi del pubblico. “Bisogna rispondere, però. La seconda carica dello Stato non dovrebbe polemizzare denigrando uno scrittore o un qualsiasi cittadino. Lui è lo Stato: non può buttarsi addosso contro un individuo. Immaginate Mattarella che si sveglia domattina e dice ‘Fabio Fazio è un conduttore pessimo’?”

Sul tema del denaro, Scurati ha aggiunto: “È come dire a un medico che fa i soldi con le malattie delle persone. Li fa col suo sapere, combattendo le malattie. Io non faccio i soldi con Mussolini: al limite contro Mussolini”

Antonio Scurati sul fascismo e la democrazia

Fabio Fazio ha domandato poi a Scurati come sia possibile che il fascismo affascini ancora le persone. “È una militarizzazione della vita: tutto viene brutalmente trasformato in campo di battaglia. Soprattutto nei periodi di crisi della democrazia, quella semplificazione brutale della realtà delle cose a molti fa tirare un sospiro di sollievo purtroppo” ha risposto, parlando anche delle parole di Roberto Vannacci sulla presunta esigenza di separare le classi fra normodotati e disabili.

“Ho capito sulla mia pelle che la democrazia è sempre ‘lotta’ per la democrazia” ha aggiunto Scurati. “Noi oggi viviamo grazie alle lotte dei nostri nonni e nonne. Siamo abituati a pensare la democrazia come un albero ad alto fusto: per me è come una pianta di vite, che ha bisogno di cure costanti, di essere annaffiata e liberata dai parassiti. Soltanto alla fine ti dà il magnifico vino della democrazia” ha concluso.

antonio scurati giorgia meloni fabio fazio Fonte foto: ANSA
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