Cinema rifiuta film su Liliana Segre "per paura": chi è il gestore dell'Orfeo di Milano che teme contestatori
Il cinema Orfeo di Milano rifiuta di proiettare il docufilm su Liliana Segre per paura legata alla sicurezza. Il regista non è contento
Un cinema di Milano ha detto “no” alla proiezione del docufilm Liliana, dedicato alla senatrice a vita Liliana Segre. La motivazione è la paura legata alla sicurezza. La decisione non è piaciuta a diversi, tra politici e famigliari della senatrice. Il gestore ha però spiegato i motivi del rifiuto.
Il cinema dice “no” a Segre: perché
La decisione di non concedere la sala del cinema Orfeo di Milano per la proiezione del docufilm Liliana è stata motivata dal gestore Felice De Santis. Secondo quanto raccontato dal regista Ruggero Gabbai, che aveva organizzato l’evento, il gestore del cinema ha rifiutato l’affitto della sala per “questioni di sicurezza”.
Il riferimento citato è quello ai fatti di Amsterdam, dove i tifosi del Maccabi Tel Aviv sono stati attaccati in seguito a provocazioni anti-palestinesi, come cori, danni a proprietà private e altre intimidazioni contro le persone musulmane.
Da qui la decisione di negare la proiezione, un gesto che però ha creato scontento tra molti.
Chi è il gestore
Felice De Santis, il gestore del cinema Orfeo, ha spiegato che la sua decisione non era motivata da pregiudizi o antisemitismo, ma da preoccupazioni legate alla sicurezza, in particolare per gli sviluppi legati al cosiddetto “conflitto israelo-palestinese”.
“Non concediamo la sala per motivi di sicurezza”, ha dichiarato, facendo riferimento agli incidenti avvenuti ad Amsterdam, ma anche ai timori di possibili contestazioni e attacchi da parte di manifestanti anti-genocidio e pro-pace.
Pur ammettendo che la sua scelta possa sembrare un segno di arrendevolezza, De Santis ha spiegato come il clima attuale imponga una riflessione sulla situazione di insicurezza che, a suo parere, sta attraversando anche l’Italia. “Lo vedete anche voi, che clima c’è?”, ha aggiunto.
La situazione in Italia
La decisione di non proiettare il film Liliana si inserisce in un contesto più ampio di crescenti tensioni. Liliana Segre si è espressa più volte sulle azioni israeliane, condannato la morte di minori palestinesi, ma ha contestato la definizione di “genocidio“. Secondo la senatrice è un termine che non rispecchia i fatti in corso, anche se secondo altri organi (gli stessi che hanno redatto e definito il termine di genocidio) quello in corso si configura proprio come tale.
La sua posizione è quindi ritenuta critica e per questo è molto spesso contestata anche nelle piazze pro-Palestina. Le viene chiesto di schierarsi apertamente contro il governo di Israele.
Per l’assenza di risposte a un ampia platea di cittadini che manifestano contro il massacro di civili (uomini, donne, bambini e anziani), si stanno verificando una serie di proteste pacifiche, spesso però raccontante come “antisemite” (termine che indica l’avversione contro i popoli semiti come Arabi, Ebrei e Assiri, utilizzata però in maniera impropria per anti-ebreo).