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Chi sono i mercenari del gruppo Wagner: quanti sono, stipendio, dove operano e chi li guida

I mercenari del gruppo Wagner vicino a Putin: chi e quanti sono, come si sono formati e dove operano

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato: Aggiornato:

Chi sono i mercenari del gruppo Wagner? Dove combattono? Quanti membri contano? Quanto guadagnano? Attualmente i mercenari stanno lottando al fianco dei russi, nell’Ucraina dell’Est, nelle repubbliche autoproclamate di Donetsk e di Luhansk. All’attivo il gruppo, che è una PMC (Private Military Company), conta circa 10mila uomini. Trattasi soprattutto di ex militari, ex poliziotti ed ex agenti di sicurezza russi a cui si è aggiunta una piccola componente di ex miliari di altri stati, in particolare la Serbia.

I mercenari che fanno parte del gruppo Wagner hanno un’età media compresa tra i 35 e i 55 anni. Chi entra a farne parte deve prima sottoscrivere un accordo di riservatezza assoluta della durata di dieci anni. Lo stipendio mensile riconosciuto ai membri sarebbe di circa 200mila rubli, 2.300 euro.

Secondo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, gli stessi mercenari sarebbero anche dietro l’esodo dei migranti dalla Libia.

I mercenari del gruppo Wagner tra culto del nazismo e del neopaganesimo russo

Il gruppo Wagner è ritenuto uno dei gruppi di mercenari più preparati e feroci del mondo. Da quando è nato è stato più volte accusato da organizzazioni internazionali di crimini di guerra. Nel 2021 l’Unione Europea una serie di misure restrittive verso il gruppo e nei confronti di otto persone e tre società a esso collegate.

Il nome trae ispirazione dall’ammirazione di Dmitry Valeryevich Utkin, leader e fondatore del gruppo, per Richard Wagner e per la sua opera L’anello del Nibelungo. Una passione che Utkin (classe 1970 e nato ad Asbest, nella Russia siberiana) ha ereditato essendo un convinto ammiratore di Adolf Hitler ed Heinrich Himmler, il fondatore delle SS.

Utkin si mostra sovente in zone di guerra, immortalandosi con un elmetto uguale a quello usato dall’esercito tedesco nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Oltre a ciò, il leader dei mercenari sfoggia diversi tatuaggi con simboli nazisti al pari di altri membri del gruppo Wagner. Tali militari hanno anche sposato l’idea del neopaganesimo russo che incensa il passato precristiano del popolo dei Rus (il popolo di origine scandinava che nel Medioevo viveva tra Ucraina, Bielorussa e Russia occidentale).

Il neopaganesimo russo apprezza la leggenda della purezza del sangue e per questo fa il paio con le teorie naziste antisemite. Tra le abitudini del gruppo c’è anche quella di officiare riti propiziatori prima e dopo le battaglie.

Per l’Unione Europea, Utkin è “responsabile di azioni che hanno compromesso e minacciato l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina e ha realizzato attivamente tali azioni”. Inoltre l’Ue afferma che “nella sua posizione di comando all’interno del gruppo Wagner è stato personalmente presente sul campo di battaglia in Ucraina, coordinando e pianificando le attività dei membri“.

La nascita del Gruppo Wagner e chi comanda

Nel 2011 in Russia cominciò a operare il Moran Security Group, una società specializzata in servizi di sicurezza per aziende impegnate fuori dai confini russi. Nel 2013, dal gruppo Moran prese vita un’altra società, la Slavonic Corps, fondata per reclutare e addestrare militari da spedire in zone di guerra. Nel 2014 la Slavonics Corps si sciolse e un gruppo di mercenari, timonati da Dmitry Valeryevich Utkin, ex tenente colonello del GRU (servizio di informazione delle forze armate russe), si unirono e fecero nascere il gruppo Wagner.

Yevgeny Prigozhin,  “lo chef di Putin”

Nonostante la stampa internazionale dia per scontato che il gruppo Wagner combatta per Putin, non ci sono prove a certificare il rapporto. È sicuro però che nel 2018 Utkin prese parte a un evento in cui il presidente russo omaggiò i reduci della guerra in Siria. Quel giorno furono celebrati “militari e civili che hanno dimostrato particolari coraggio ed eroismo”. A organizzare la manifestazione fu Yevgeny Prigozhin,  “lo chef di Putin”, in quanto proprietario della società di catering che organizza tutti gli eventi di stato con protagonista il presidente.

Diversi analisti ritengono che Prigozhin sia uno dei finanziatori del gruppo Wagner. Non solo: c’è chi assicura che sia lui a detenere il potere decisionale sulle mosse dei mercenari. E Utkin? Sarebbe il capo operativo e militare, il “braccio”.

Le operazioni del gruppo Wagner in Crimea, Libia e Siria

Il gruppo Wagner, tra i primi compiti, ebbe quello di operare in Crimea, nel 2014, quando diede manforte all’esercito russo nel conquistare la penisola. Dopodiché i mercenari si trasferirono a Luhansk, dove si unirono alle forze insurrezionaliste filorusse che dal 2014 lottano per saldare la Russia la regione dell’Ucraina orientale.

Il corpo militare guidato da Utkin non avrebbero combattuto soltanto contro i soldati ucraini ma anche contro le forze separatiste che spingevano per l’indipendenza della regione sia da Kiev sia da Mosca, così da provare a garantire a Putin il controllo dell’area.

Sempre secondo gli analisti internazionali, il gruppo Wagner avrebbe intrapreso anche diverse missioni di false flag, ossia operazioni militari “camuffate” e quindi condotte sotto mentite spoglie. Come? Fingendosi il nemico con lo scopo di far aumentare i sentimenti filorussi e anti-ucraini nella popolazione.

Circa 5mila uomini del gruppo hanno poi combattuto in Siria, al fianco delle forze del presidente Bashar al Assad. Secondo l’Economist i mercenari hanno avuto un ruolo fondamentale nella riconquista nel 2017 di Palmira, che era finita nelle mani dell’ISIS.

Un’altra zona in cui ha operato il gruppo è stata la Libia, dove i mercenari hanno dato aiuto alle milizie di Khalifa Haftar. Nell’agosto del 2018 la BBC ha pubblicato un’inchiesta sui mercenari Wagner e i loro rapporti con il Cremlino. Il reportage ha preso avvio dopo il ritrovamento di un tablet Samsung abbandonato da un militare. Tra i video carpiti dal tablet, c’erano immagini e video che testimoniavano sia i crimini dei mercenari sia il collegamento con ufficiali dell’esercito russo.

La BBC riuscì anche a contattare due ex combattenti, i quali raccontarono che nel corso delle operazioni militari affidategli non erano tenuti all’osservanza di alcun codice di condotta. Uno dei due riferì anche che uccidevano i prigionieri perché “nessuno vuole una bocca in più da sfamare”.

Le operazioni del gruppo Wagner nei paesi africani

In molti paesi dell’Africa, come sostiente Sergey Sukhankin, esperto dell’International Centre for Policy Studies di Kiev e della Jamestown Foundation, i soldati del gruppo Wagner sono inviati a protezione delle miniere di diamanti e di metalli preziosi. Medesimo compito lo svolgono in Siria dove proteggono oleodotti e impianti petroliferi.

I miliziani Wagner nel 2019 erano nel Mozambico settentrionale per combattere contro i jihadisti, ma l’operazione si rivelò fallimentare. La loro presenza è stata poi ravvisata anche nella Repubblica Centrafricana, dove hanno aiutato gli uomini del presidente Faustin-Archange Touadéra nella guerra contro le forze ribelli.

Hanno svolto delle operazioni anche in Mali, dove affiancano le forze governative contro i jihadisti del Sahel. Secondo un rapporto dell’Onu, i mercenari avrebbero partecipato, con i soldati maliani, all’assassinio di molti civili cosparsi di benzina e bruciati vivi.

Le rivelazioni del ministro Guido Crosetto

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è convinto che i mercenari Wagner siano coinvolti anche nell’aumento dei flussi migratori verso l’Italia: “Mi sembra che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida” che la Wagner “sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni Paesi africani”.

Lo “scontro globale che il conflitto ucraino ha aperto”, aggiunge il ministro della Difesa, utilizza “l’immigrazione incontrollata” per “colpire i Paesi più esposti, in primis l’Italia“.

Il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha risposto attraverso un audio su Telegram: “Non abbiamo idea di cosa stia accadendo in merito alla crisi dei migranti, ma noi non ce ne occupiamo“. Poi, un insulto pesante proprio nei confronti di Crosetto.

Fonte foto: ANSA

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