Bucha, dubbi di Capuozzo sul massacro: "Perché alcuni corpi nelle fosse comuni e questi lasciati per strada?"
Il giornalista e inviato di guerra ribadisce le proprie perplessità su quanto avvenuto nella cittadina ucraina liberata dai russi
La guerra in Ucraina è ormai alla settima settimana, quasi due mesi di conflitto armato che i russi portano avanti lasciandosi alle spalle una scia di sangue. Oltre alle bombe sganciate giorno e notte sulle grandi città dell’Ucraina, con Kiev che vive la vita scandita dagli allarmi che risuonano nella capitale, la guerra russo-ucraina verrà di certo ricordata per le atrocità messe in atto dall’esercito del Cremlino nelle città occupate.
- Capuozzo: "Aggredito e aggressore sono chiari"
- I dubbi di Capuozzo sul massacro di Bucha
- "I buoni in guerra non lo sono sempre"
Capuozzo: “Aggredito e aggressore sono chiari”
A fare il punto della situazione su quanto sta accadendo in Ucraina è stato il giornalista e inviato di guerra Toni Capuozzo, che all’AdnKronos ha sottolineato che è difficile intravedere la fine di questo conflitto.
Il giornalista, che ha presentato l’instant book sui giorni di guerra tra Russia e Ucraina, ha ribadito con forza: “C’è un Paese aggressore, che è la Russia, e un Paese aggredito, che è l’Ucraina… poi ci saranno tempi e modi di vedere come e perché si è arrivati a questa situazione“.
Il giornalista e inviato di guerra Toni Capuozzo
Capuozzo ha infatti sottolineato che la guerra in atto non è altro che il risultato di anni di lotte trascurate nel Donbass che si sono trasformate nella miccia, per la Russia, che ha giustificato l’invasione.
I dubbi di Capuozzo sul massacro di Bucha
Nel corso dell’intervista rilasciata all’AdnKronos, Capuozzo ha poi sottolineato nuovamente le sue perplessità sulle atrocità che i russi avrebbero messo in atto nelle città occupate e poi liberate. Tra queste quello che è successo a Bucha, dove all’ingresso dell’esercito ucraino sono stati ritrovati civili morti per strada.
“Perché alcuni cadaveri sono stati portati nelle fosse comuni e questi ultimi sono stati lasciati lì senza essere seppelliti” si chiede Capuozzo. Il giornalista, che sottolinea che il suo mestiere è quello di “porsi delle domande e ottenere o cercare le giuste risposte“, non ha quindi nascosto di avere qualche dubbio sulle esatte dinamiche di quanto successo.
“I buoni in guerra non lo sono sempre”
L’inviato di guerra, abituato a raccontare di scene atroci e vite spezzate, ha poi fatto una riflessione sui protagonisti del conflitto. Capuozzo, dopo aver sottolineato la presenza di aggressore e aggredito in ogni conflitto armato, ha però spiegato che non sempre i cattivi sono più aggressivi dei buoni.
L’esempio fatto dal giornalista è quello riguardante la Seconda Guerra Mondiale: “Si è conclusa con due bombe atomiche sganciate dagli americani, dai ‘buoni’, su due città contro i civili inermi”.