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Capezzone su Giulia Cecchettin e Filippo Turetta: "Non siamo tutti criminali", poi la frase sul patriarcato

Il giornalista Daniele Capezzone ha espresso il suo pensiero sulla vicenda del femminicidio di Giulia Cecchettin a 'Quarta Repubblica' su Rete4

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Nell’ondata di sostegno per le affermazioni di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, la 22enne sequestrata e uccisa dall’ex Filippo Turetta, non sono mancate le reazioni contro l’idea di una società patriarcale responsabile del fenomeno dei continui femminicidi che sta affliggendo il nostro Paese. Per l’ex deputato e giornalista Daniele Capezzone ritiene che non c’è nessun patriarcato, ma anzi “padri e madri deboli coi loro figli e con le loro figlie, che hanno difficoltà a dire di no”.

L’opinione Capezzone

Ospite di ‘Quarta Repubblica’ su Rete4, il direttore editoriale del quotidiano ‘Libero’ (non lo storico portale, ndr.) si è inserito nel dibattito attorno alla vicenda dell’uccisione della studentessa 22enne, scatenato dalle parole della sorella Elena, che ha additato lo Stato e i canoni della società patriarcale come i responsabili morali del femminicidio.

Non siamo tutti criminali – ha affermato il giornalista – qui c’è un criminale che sia chiama Filippo Turetta. Lo dico a tutti: non abbiamo bisogno di una Jihad contro i maschi”.

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“L’Italia è piena di donne e di uomini che si rispettano, che stanno bene insieme, che si lasciano, che soffrono, ma che continuano a rispettare se stessi e gli altri, questa è la normalità” è il pensiero di Capezzone.

Il dibattito

Il commento dell’ex deputato è arrivato in risposta all’intervento in trasmissione della scrittrice e attivista Valeria Fonte, secondo la quale “il problema ha una matrice culturale che è il patriarcato che si adatta”

“La politica italiana è criminale tutta e la politica di destra è criminale tutta” ha aggiunto l’autrice ospite del programma di Nicola Porro. “Il governo deve essere per prima cosa femminista, altrimenti rimane solo propaganda”  ha aggiunto Fonte.

Per Capezzone l’omicidio commesso da Filippo Turetta contro l’ex Giulia Cecchetin rientra tra le “tragiche eccezioni, da contrastare e punire, ma sono tragiche eccezioni”.

Il discorso sul patriarcato

A quelli che oggi gridano contro il patriarcato mi pare che piaccia il patriarcato islamico, di Hamas, di Gaza, lì tutti muti, tutti silenziosi su quel tipo di patriarcato” ha aggiunto il direttore editoriale del quotidiano ‘Libero’.

“Dove sta sto patriarcato in Italia? – chiede Capezzone – vedo padri e madri deboli che mandano ragazzine e ragazzini di 13-14 anni a mezzanotte in discoteca. Vedo ragazzini e ragazzine che abusano di sostanze senza che i genitori muovano un dito, buttati sul divano come larve e i genitori che non intervengono, che non se ne accorgono. Genitori che hanno paura di bussare alla porta dei loro figli, di stare un po’ insieme, di affrontare temi difficili, come il sesso, il rapporto”.

“Se vogliamo dirci qualche verità scomoda, questo è il tema, questa è la responsabilità – ha concluso il giornalista – i genitori che hanno smesso di fare i genitori e fanno i fratelli, gli amici. Questa è la questione, ma non che siamo tutti criminali o potenziali stupratori e assassini. Chi dice questo dice delle sciocchezze”.

Fonte foto: ANSA

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