Caos Palermo, problemi ai seggi per la partita-promozione in Serie B: indaga la Procura, oltre 200 segnalati
Un pool di magistrati indagano sulle responsabilità penali dei presidenti di seggio "disertori" durante le votazioni
Il giorno dopo la chiusura delle urne non si placa la polemica sul caos andato in scena per le comunali di Palermo, dove oltre 200 tra presidenti di seggio e scrutatori hanno abbandonato l’incarico lasciando chiuse decine di sezioni fino al pomeriggio, sui quali adesso indaga la Procura. In attesa che lo spoglio dei voti confermi la vittoria di Roberto Lagalla, in volata secondo gli exit poll verso un successo al primo turno, dal Viminale Luciana Lamorgese tuona contro i disertori e promette provvedimenti, mentre Lega e Fi additano la ministra di essere responsabile della “pessima gestione”.
Caos seggi a Palermo, le dichiarazioni di Lamorgese
“È gravissimo che a Palermo, senza alcun preavviso, un elevato numero di presidenti di seggio non si sia presentato per l’insediamento, ovvero abbia rinunciato all’incarico, ritardando l’avvio delle operazioni di voto” ha detto la titolare del Viminale a fine giornata.
“Un tale atteggiamento esprime una assoluta mancanza di rispetto per le Istituzioni e per i cittadini chiamati in questa giornata elettorale e referendaria ad esercitare un diritto costituzionale fondamentale per la vita democratica del Paese” ha aggiunto Lamorgese.
“La Procura di Palermo valuterà gli eventuali profili di responsabilità conseguenti alle segnalazioni inviate dal Comune, competente per le procedure di insediamento dei seggi e di sostituzione dei presidenti”, ha assicurato la ministra dell’Interno.
Caos seggi a Palermo, oltre 200 i segnalati: indaga la Procura
Nella giornata di ieri il Comune ha comunicato di aver inviato tutti gli atti alla Procura per l’accertamento di eventuali reati sulle assenze ai seggi di presidenti e scrutatori.
Dopo aver ricevuto oltre 200 segnalazioni, un pool di magistrati, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, ha aperto un’inchiesta per verificare la legittimità o meno delle rinunce, molte delle quali sarebbero arrivate a poche ore dal voto.
I reati ipotizzati sono l’interruzione di pubblico servizio, il rifiuto di atti d’ufficio e la violazione di una legge elettorale del 1960.
Dopo la nomina, infatti, i presidenti assumono la qualifica di pubblico ufficiale, e gli inquirenti dovranno verificare adesso se le comunicazioni delle assenze siano state adeguatamente motivate ed entro orari accettabili.
Tra i fattori scatenanti di questo forfait di massa si sospetta che abbia avuto un ruolo decisivo la partita in concomitanza con il voto nella stessa serata di domenica, tra Palermo e Padova, finale dei play-off valida per la promozione in serie B, alla fine conquistata al Barbera dai padroni di casa. Un evento molto atteso da tutta la città, come dimostrato dal tutto esaurito allo stadio, e che avrebbe distolto decine di presidenti di seggi dal loro impegno.
“Con la partita decisiva per la promozione del Palermo in programma stasera alle 21.15 era assolutamente prevedibile cosa sarebbe accaduto, ma la Prefettura non solo ha provveduto a rinviare la partita, ma neppure ha pensato a un piano b” è stato il commento all’Ansa di alcuni rappresentanti di lista.