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CRONACA NERA

Bullizzato dai compagni di scuola a Venezia tenta il suicidio ingerendo medicine: ricoverato in ospedale

Il 14enne è ricoverato ma fuori pericolo. La scuola ha assicurato di voler andare a fondo della vicenda e di prendere provvedimenti nei confronti dei responsabili

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Un 14enne che frequenta la prima classe di un istituto di scolastico di Venezia ha ingerito 30 pastiglie di tachipirina dopo aver raccontato di aver subito degli atti di bullismo dai compagni di scuola. Secondo l’Ansa il ragazzo sarebbe ancora ricoverato all’Ospedale dell’Angelo di Mestre, ma è fuori pericolo.  Il preside della scuola vuole però andare a fondo della vicenda e ha assicurato che prenderà provvedimenti.

La vicenda

Come riportato dal Corriere della Sera, il ragazzo è ospite del convitto dedicato agli studenti residenti perlopiù fuori sede, che frequentano le specializzazioni della scuola. Il 24 gennaio, dopo aver detto ai suoi educatori di non sentirsi bene, il 14enne finisce in pronto soccorso all’ospedale dell’Angelo di Mestre in stato di semicoscienza per aver ingerito un’intera scatola di tachipirina.

Il giovane paziente viene affidato alle cure di uno psicologo, ma è ai medici che parla degli atti di bullismo: il ragazzo racconta che da quando sono iniziate le lezioni a settembre viene preso continuamente in giro e isolato da alcuni compagni di classe.

A quel punto la scuola interviene per separare lo studente dai compagni con i quali condivideva la camera e lo sistema in un’altra stanza.

L’intervento della scuola

L’istituto sarebbe stato già a conoscenza delle problematiche interne alla classe, nella quale in precedenza tre ragazzi erano stati sospesi per 10 giorni, uno per 12 giorni. Qualche giorno fa inoltre un professore è stato chiuso in aula dagli alunni, riuscendo a uscire con non poche difficoltà.

Tutti fattori che, dopo il gesto autolesionista del 14enne, costringono ora la scuola a intervenire in maniera decisa.

“Abbiamo indetto un consiglio di classe straordinario per capire quello che è accaduto, abbiamo mandato anche esperti esterni – ha spiegato il preside al Corriere della Sera anche se credo che il disagio del ragazzo che ha preso le pastiglie arrivi da lontano, ben prima di iniziare la nostra scuola“.

“Tuttavia abbiamo molte difficoltà con i ragazzi che frequentano la prima classe: non sanno che a scuola si sta seduti e calmi, sembra che nessuno gli abbia insegnato come ci si comporta, alcuni di loro hanno avuto sanzioni significative, abbiamo attivato anche i nostri psicologi” ha aggiunto il dirigente scolastico, sostenendo che uno dei fattori scatenanti di questi comportamenti sia la pandemia, che ha costretto i ragazzi a stare a lungo lontani dall’aula: “Non sono scolarizzati, non sanno stare in classe”.

Fonte foto: ANSA

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