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Bruciato da un incendio il Drago di Vaia a Lavarone vicino Trento. Lo scultore: "Era un'opera della comunità"

Un terribile incendio ha distrutto la scultura del Drago di Vaia, l'opera in legno realizzata nel 2021 e intitolata alla tempesta del 2018

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Giuseppe Pastore

GIORNALISTA

Giornalista professionista, si occupa di attualità e politica parlamentare seguendo i lavori di Camera e Senato. Laureato in Giurisprudenza, muove i primi passi nel giornalismo scrivendo di cronaca e politica in Puglia per poi collaborare con alcune testate nazionali.

Le fiamme distruggono un’opera d’arte. È successo sull’Alpe Cimbra, nel Trentino sud-orientale, dove un incendio ha totalmente annientato il Drago di Vaia. Si tratta dell’opera realizzata dallo scultore Marco Martalar e che riproduce un drago attraverso l’utilizzo del legno di risulta della tempesta Vaia del 2018.

Le fiamme visibili da lontano

Il terribile incendio è scoppiato nella serata del 22 agosto in località Magrè di Lavarone, in provincia di Trento.

Il rogo dovrebbe essere iniziato poco prima delle 22 perché trascorsa quell’ora le fiamme e le colonne di fumo sono state ben visibili anche a molta distanza.

Il drago di Vaia: l’opera realizzata sull’Alpe Cimbra di Lavarone (in provincia di Trento) dallo scultore Marco Martalar

Sul posto sono immediatamente intervenuti i vigili del fuoco, ma al loro arrivo l’opera dello scultore veneto era già avvolta dalle fiamme.

Cosa rappresenta il Drago di Vaia

Non si esclude la pista dolosa per l’incendio che ha mandato in rovina l’opera. Il Drago di Vaia con i suoi sei metri di altezza e sette metri di lunghezza era diventata una scultura nota a livello nazionale.

L’opera, come anticipato, è stata realizzata nel 2021 utilizzando il legno di risulta della tempesta Vaia che nel 2018 distrusse diversi boschi. Sono stati necessari 2mila pezzi di larice e un mese di lavoro per completarla.

Il drago, come suggerisce il nome, è intitolato proprio a quella tempesta: un’opera con cui lo scultore Marco Martalar ha voluto ricordare l’evento meteorologico che distrusse parte del patrimonio arboreo del Triveneto.

Lo scultore Marco Martalar: “La comunità voleva bene all’opera”

“Cosa avrai fatto di tanto male?”, si chiede il sindaco di Lavarone Isacco Corradi che affida a un post Facebook il suo sconforto per quanto accaduto.

“Il drago – scrive il primo cittadino – non è mio è da subito stato di tutti, della comunità di Lavarone, dell’Alpe Cimbra e di tutte le persone che lo hanno amato in questi anni”.

La speranza del sindaco è che “quello che è successo – dice – sia stato un errore per quanto stupido e non un atto voluto”, perché “mi sentirei più tranquillo nel sapere che non vi sono persone che girano a Lavarone capaci di far sparire una cosa così bella”.

A esprimere il suo sconcerto, anche lo scultore dell’opera Marco Martalar che ai microfoni dell’emittente locale ‘RTTR‘ ha dichiarato: “Non avrei mai pensato che qualcuno potesse fare un atto del genere. È una cosa un po’ triste a livello umano. Tutta la comunità voleva bene all’opera”.

Intanto, è già partita una raccolta fondi online per la ricostruzione del Drago di Vaia.

Fonte foto: ANSA

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