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Bologna prima grande città 30 d'Italia: non si potranno superare i 30 km/h, l'intervista al presidente Asaps

Giordano Biserni, presidente dell’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, commenta il via al nuovo limite dei 30 km/h a Bologna

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Matteo Scannavini

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista e sviluppatore web appassionato di data e slow journalism, specializzato in giornalismo investigativo.

Da oggi Bologna è la prima grande città 30 d’Italia. Con l’abbassamento dei limiti di velocità a 30 km/h nelle strade urbane il Comune intende migliorare la sicurezza stradale, ma la scelta divide l’opinione pubblica. Tra i pro, l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale (Asaps), che da inizio 2023 ha registrato 260 vittime di incidenti stradali tra pedoni e ciclisti. “Non si può continuare in questo modo”, ha dichiarato il presidente Asaps Giordano Biserni intervistato da Virgilio Notizie. La sperimentazione di Bologna dei 30 km/h, limite già in vigore in altre città europee, potrebbe fare da apripista da altre grandi comuni italiani. Intanto, a livello nazionale, il consiglio dei Ministri ha approvato un aggiornamento del codice della strada, con nuove strette contro l’uso di alcool, sostanze e smartphone.

Motivi e contestazioni del modello città 30

La transizione di Bologna a città 30 inizia oggi: per i prossimi sei mesi, il Comune attuerà campagna di sensibilizzazione dei cittadini e installerà l’attrezzatura per i nuovi limiti di velocità a 30 km/h, mentre le multe per partiranno solo da inizio 2024. Il provvedimento interesserà il 70% delle strade urbane.

L’obiettivo è morti zero sulle strade – ha dichiarato in conferenza stampa il sindaco di Bologna Matteo Lepore, come riporta l’Ansa -. Vogliamo dare un segnale forte a livello nazionale. Rallentare le auto e il trasporto significa poter dare più spazio alle persone e restituire tempo alle loro vite. Andando più piano, andremo più veloce tutti quanti, arriveremo a destinazione, ci saranno più aree scolastiche pedonali, più attraversamenti sicuri, pedibus e aree verdi” ha spiegato il primo cittadino bolognese.

Le critiche però arrivano da più fronti: Fratelli d’Italia ha lanciato una petizione contro la delibera di Lepore, definita dal capogruppo Stefano Cadevagna su Bologna Today una “decisione ideologica e scellerata”, mentre La Lega intende lanciare un referendum per fare scegliere ai cittadini in merito al limite dei 30. Secondo un sondaggio del Confederazione Nazionale Artigiani di Bologna, il mondo delle imprese sarebbe inoltre contrario, preoccupato che l’estensione delle zone 30 a troppe strade ostacoli la mobilità di persone e merci e porti ad eccessivi tempi di spostamento e più multe.

L’intervista a Giordano Biserni, presidente dell’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale

Cosa pensa della scelta di Bologna di sperimentare il limite di 30 km/h?

Dall’inizio dell’anno sono già morti 185 pedoni e 75 ciclisti sulle strade italiane, soprattutto in città. Sono dati preoccupanti che guardiamo con molta attenzione, non si può continuare in questo modo. La sperimentazione del limite dei 30 km/h è un modello già attivato in alcune città della Francia, della Spagna e in Inghilterra. Credo vada fatta per aumentare la sicurezza, ma soprattutto anche per rendere più fluida la circolazione.

Come commenta invece le critiche al modello (peggioramento della mobilità di persone e merci, aumento multe, ecc.)?

È una sperimentazione che va fatta. Credo che questa problematica se la siano posta anche altri Paesi stranieri e altre città che sono più evoluti nella sicurezza di noi. Io mi preoccupo sinceramente più della proposta dei 150 km/h nelle autostrade, quella sì inutile e rischiosa. Sa qual è il vero problema dei 30 km/h? Farli rispettare. Potrebbero diventare solo un provvedimento scritto nella segnaletica stradale. Dubito che si possano mettere misuratori di velocità in una rete urbana per farlo rispettare a largo raggio.

E per quanto riguarda le nuove strette del codice della strada proposte dal governo?

Ci sono alcune misure interessanti: la mini-sospensione della patente, che scatta quando si commettono alcune violazioni, novità importanti sull’alcool, procedure molto più difficili per riottenere il documento di guida, la revoca della patente dopo una condanna definitiva per omicidio stradale causato da alcol e droghe… Sono misure importanti, severe che sembrano andare nella giusta direzione. Se adottate in maniera organica finalmente potrebbero dare dei risultati, ma a una condizione: che ci siano i controlli sulle strade. Perché noi possiamo aumentare tutte le sanzioni che vogliamo ma se poi non ci sono i controlli sulle strade diventa tutta acqua fresca.

Tra i tanti incidenti, si è parlato molto del caso di Casal Palocco, in cui un bambino è morto nello schianto con una Lamborghini guidata da degli youtuber per una sfida: cosa pensa dell’episodio?

La strada è diventata ormai un set cinematografico. Il caso specifico è salito alla ribalta perché ci sono bambini cinque anni, ma ci sono tanti altri casi che sono veramente assurdi come quelli di persone che filmano gli incidenti, addirittura cadaveri e persone che hanno preso fuoco. Siamo al delirio dell’esibizionismo per fare chissà quale colpo e la barbarie stradale ormai è sotto gli occhi di tutti. In più, se permettiamo la guida di bolidi a dei ragazzotti con un anno di patente, veicoliamo un messaggio molto chiaro: “tanto non mi fanno niente”. Spero che stavolta invece gli facciano qualcosa punto di vista delle pene, perché mi risulta sia emersa una velocità veramente esagerata di quella vettura (124 km/h, ndr).

I dati degli incidenti stradali mortali in Italia

Come detto, da inizio anno al 25 giugno Asaps ha registrato 185 pedoni e 75 ciclisti vittime di incidenti stradali. Erano stati, rispettivamente, 307 e 154 nel 2022. Questi dati sono però sono sottostima del vero numero di decessi, basata solo sulle notizie e le segnalazioni dei territori.

Un quadro più completo ma meno aggiornato è fornito da Istat: nel 2021, sono state 2.875 le vittime di incidenti stradali, quasi 8 persone al giorno. Tra queste, 471 pedoni e 180 ciclisti. Il totale di decessi, dopo un crollo dovuto alle restrizioni alla mobilità per la pandemia nel 2020, è ora in crescita: +20% di vittime dal 2020 a 2021, ma ancora sotto il livello del 2019 (-9%).

Nel 2021, il comune di Bologna ha registrato 1.919 incidenti stradali, per un totale di 2.412 feriti e 12 morti. I prossimi sei mesi di sperimentazione aiuteranno a capire se e come il limite dei 30 aiuterà la sicurezza stradale. Potrebbe essere la condanna della mobilità su auto o il futuro di molte grandi città italiane.

Fonte foto: ANSA

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