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Augias contro il lutto nazionale per Berlusconi, poi il paragone con il modello Mussolini

Corrado Augias, intervenuto a Di Martedì, ha fatto il suo personale bilancio sulla storia di Silvio Berlusconi

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Lutto nazionale e funerali di Stato per Silvio Berlusconi: una decisione che sta facendo discutere parecchio. Sulla vicenda è intervenuto anche il giornalista e scrittore Corrado Augias, parlando ai microfoni di DiMartedì, talk show di La7 condotto da Giovanni Floris.

Augias “Berlusconi aggressivamente divisivo”

“Lei è d’accordo con l’idea di lutto nazionale?”, ha incalzato Floris. Secca la risposta di Augias: “Francamente no”. Lo scrittore, che la pensa come Tomaso Montanari e Rosy Bindi ha aggiunto: “Capisco i funerali di Stato per un ex presidente del Consiglio, ma il lutto nazionale per un leader politico che è stato così profondamente, volutamente e aggressivamente divisivo non va bene”.

“Non c’è dubbio che scompaia una parte di storia. Nessun leader che io ricordi è durato 30 anni, né ha inciso così profondamente sul costume del Paese”, ha riflettuto sempre Augias.

“Niente rivoluzione liberale che aveva promesso”

E ancora: “Difficile fare un bilancio a poche ore dalla scomparsa di Berlusconi. Inquadrandolo storicamente lo si può fare. Allora facciamo finta di non essere al 13 giugno 2023 ma avanti di un anno. Aveva promesso una rivoluzione liberale, ma non c’è mai stata, al di là degli slogan elettorali che li fanno tutti”.

“Le ombre pesanti della mafia sull’origine della sua fortuna mi interessano poco – ha ragionato sempre Augias -. Mi interssano poco anche i sospetti pesanti su certe sentenze che sembrano scritte dai suoi avvocati più che dai giudici, certi disordini della vita privata che però ledono quel principio per cui i funzionari pubblici dovrebbero servire con disciplina e onore, come dice l’articolo 54 della nostra Costituzione. Ecco tutte queste cose non le ha fatte, ma non ha importanza. Se vogliamo giudicarlo storicamente è sui risultati storici che ci dobbiamo soffermare”.

“Se valutiamo tutti i politici così non si salverebbe nessuno”, ha sottolineato Floris, raccogliendo la pronta replica di Augias: “Ciampi e Pertini sono stati grandi rappresentanti unificanti, ad esempio. Prodi e Ciampi insieme ci hanno portato nell’Euro, il nostro bene. Immaginiamoci l’Italia fuori dall’Euro, con la Lira, durante le tempeste finanziare ed economiche degli anni scorsi”.

“Berlusconi un modello, anche Mussolini lo è stato”

“Berlusconi alla comunicazione politica ha tolto le forme, questo è brutto perché la democrazia vive di forme; come i riti per la chiesa. Se insulti gli avversari, vilipendi le istituzioni, dici che le tasse sono lo Stato che ti mette le mani in tasca, frase infelicissima ereditata temo dalla Meloni che ha chiamato le tasse pizzo di stato… Ecco tutto questo significa togliere le forme e far barcollare la democrazia”, l’affondo dello scrittore.

“Tocco un tasto pericoloso, ma lo faccio ad hoc, parlo di modelli e non di fascismo. Anche Mussolini fu un modello, il primo al quale molti altri tiranni si ispirarono. Berlusconi idem, non c’è dubbio che Trump gli assomigli, Boris Johnson gli assomigli. Grande innovatore da questo punto di vista”, ha concluso Augias.

Fonte foto: ANSA
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