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Rosy Bindi contro il lutto nazionale per Silvio Berlusconi: "La santificazione non fa bene all'Italia"

L'ex presidente del PD Rosy Bindi, più volte oggetto di battute da parte di Silvio Berlusconi, si è detta contraria al lutto nazionale: le sue parole

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Proseguono le polemiche sulla decisione del Governo Meloni di proclamare il lutto nazionale in occasione della morte di Silvio Berlusconi. Tra i contrari anche l’ex presidente del PD Rosy Bindi, che nel corso degli anni è stata più volte oggetto di tristi battute da parte del defunto Cavaliere.

Cosa ha detto Rosy Bindi sul lutto nazionale

Intervistata nelle scorse ore, l’ex Ministro e Vicepresidente della Camera, oltre che Presidente della Commissione parlamentare antimafia ha espressi a più riprese la sua contrarietà al lutto nazionale per Silvio Berlusconi, definita “persona divisiva“.

“I funerali di Stato sono previsti ed è giusto che ci siano, visto che Berlusconi è stato presidente del Consiglio – ha detto a Un giorno da pecora su Rai Radio1 – Il lutto nazionale per una persona divisiva come è stato Silvio Berlusconi è secondo me non opportuno“.

berlusconi e rosy bindiFonte foto: ANSA

Silvio Berlusconi e Rosy Bindi, insieme nel 2010 al Teatro alla Scala

L’ex parlamentare del PD, oggi 72enne, a Tagadà su La7 ha anche aggiunto: “Penso che il lutto nazionale si debba riservare a persone che hanno unito il Paese, non che lo hanno diviso […] Perché il lutto nazionale? Perché le bandiere a mezz’asta? Poi il Parlamento che si ferma, siamo in una fase di santificazione che credo non faccia bene all’Italia, il berlusconismo va elaborato”, ha poi rimarcato Bindi intervenendo a Tagadà su La7.

Le battute di Berlusconi all’ex presidente PD

La storia politica tra Silvio Berlusconi e Rosy Bindi è stata più volte burrascosa soprattutto a causa di certe battute che l’ex premier ha riservato alla sua avversaria. Come quando nel 2009 la definì “più bella che intelligente“, o come quando l’anno successivo raccontò una barzelletta con lei protagonista, con tanto di bestemmia finale.

Alla prima battuta, l’ex parlamentare PD rispose: “Non sono una donna a sua disposizione”. Oggi è tornata nel merito di quello scontro: “Fu una reazione non pensata, sono parole che escono perché le hai dentro. Non ho mai fatto pace né rincontrato Berlusconi dopo quell’episodio, lui non ha mai chiesto scusa ma non ho rimpianti, non so se avrei accettato le sue scuse”.

Ha poi ricordato come il rapporto tra Berlusconi e le donne abbia spesso oltrepassato molti limiti di decenza (non solo politica): “Ha usato le donne. Il senso di proprietà che esprimeva nei confronti delle istituzioni lo esprimeva nei confronti delle donne. Era innamorato di se stesso”.

Dalla Bindi a Crisanti: i no alla decisione del governo

Rosy Bindi non è l’unico nome di rilievo nella politica italiana ad aver espresso dubbi, perplessità o forte dissenso sulla scelta del lutto nazionale. Il rettore dell’Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari ha negato la bandiera a mezz’asta per Berlusconi, che “Ha lasciato l’Italia peggio di come l’ha trovata“.

Critiche anche da Elly Schlein, da Luigi De Magistris e soprattutto Andrea Crisanti, microbiologo e ora anche senatore: “Non dobbiamo dimenticare che alcune sue azioni non hanno avuto alcun rispetto per lo Stato che rappresentava” ha scritto, citando l’evasione delle tasse, la frode al fisco che lo ha fatto interdire dai pubblici uffici e l’appartenenza alla loggia massonica della P2.

Crisanti ha ricordato poi la presunta affiliazione a cosche mafiose del suo stalliere e aggiunto: “Sicuramente non merita funerali di Stato né il lutto nazionale. Non posso non domandare alla comunità politica: che insegnamento diamo ai nostri giovani sul valore della politica e dell’etica istituzionale? Che vince sempre il Potere?”.

rosy-bindi-silvio-berlusconi Fonte foto: ANSA
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