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Antonio Decaro in lacrime in conferenza stampa dopo la nomina di una commissione per mafia nel Comune di Bari

Il sindaco di Bari Antonio Decaro (Pd) ha concluso in lacrime la conferenza stampa indetta dopo l’ipotesi di scioglimento del Comune pugliese "per mafia" 

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

“Non ho avuto paura dei clan Parisi, CapriatiStrisciuglio. Non avrò paura di voi”. Il sindaco di Bari Antonio Decaro (Partito Democratico) ha concluso così – in lacrime – la conferenza stampa indetta dopo la decisione del ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, di disporre una commissione di accesso finalizzata a verificare un’ipotesi di scioglimento del Comune pugliese “per mafia“.

Il sindaco di Bari Antonio Decaro in lacrime

“Aspetterò con serenità la commissione per l’accesso. Avrete tutto il mio supporto perché Bari non piega la testa”, ha dichiarato il primo cittadino nel corso della conferenza stampa in un’aula del Consiglio comunale stracolma, come riportato dal Fatto Quotidiano.

L’ultimo gesto di Decaro è stato indossare la fascia tricolore. Erano presenti, durante l’evento, anche i due candidati alle primarie del centrosinistra del prossimo 7 aprile, Vito Leccese (braccio destro del sindaco) e Michele Laforgia (avvocato penalista di punta del capoluogo pugliese).

Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante la conferenza stampa convocata all’indomani delle notizie giunte dal ministero dell’Interno sulla procedura della Commissione d’accesso

La conferenza stampa dopo la decisione di Matteo Piantedosi

tappezzare le pareti, per accogliere stampa e pubblico, c’erano centinaia di articoli di giornale che parlavano della lotta del sindaco contro la mafia, sempre come riportato dal Fatto.

Una volta arrivato in aula, Decaro ha poggiato sul banco un faldone da oltre mille pagine con 10 anni di denunce, minacce ricevute, appalti revocati per sospette infiltrazioni e aziende comunali commissariate. Lo stesso che aveva depositato in Prefettura lo scorso lunedì 18 marzo, poche ore prima della telefonata con cui il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, gli avrebbe comunicato di aver nominato una commissione di accesso che ora dovrà valutare se il Comune di Bari sarà sciolto per mafia o no.

Le parole sulla scorta e sul centrodestra come Gomorra

“Se c’è anche un solo sospetto d’infiltrazione della criminalità nel comune di Bari io rinuncio alla scorta – ha dichiarato Decaro nel corso dell’evento -. Sono sotto scorta da 9 anni, torno a vivere. Non posso essere sindaco antimafia e avere la commissione di accesso in comune. (…) Io ho paura per me e per la mia famiglia ma sono sindaco e non mi giro dall’altra parte”.

“Sono preoccupato per la mia città. Vedo dichiarazioni del centrodestra da giorni. Ogni giorno comunicati dei partiti regionali e nazionali”, ha poi aggiunto.

Infine, la stoccata ai rivali politici: “Non mi meraviglio più di niente. Anche il grande amico mio Gasparri. Come Savastano in Gomorra alcuni di loro hanno scritto ‘andiamo a riprenderci la città’. Ma la città è dei baresi, non è di nessuno, cosa volete riprendervi”.

Il Comune di Bari a rischio scioglimento

Nelle ultime ore il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha nominato una commissione di accesso finalizzata a verificare infiltrazioni mafiose nel Comune di Bari.

Il sindaco Antonio Decaro aveva subito commentato la notizia attaccando e ricordando che dalle passate indagini che hanno portato all’arresto di 130 persone erano usciti 2 nomi appartamenti al centrodestra.

Decaro aveva anche scritto su Facebook che la commissione rappresenta “un atto di guerra”.

Fonte foto: ANSA

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