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Andrea Sempio indagato nel caso Chiara Poggi, cosa fece il giorno del delitto: dallo scontrino alla libreria

L'alibi di Andrea Sempio, dove era e cosa ha fatto il giorno dell'omicidio di Chiara Poggi

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Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Dove era e cosa ha fatto Andrea Sempio il giorno dell’omicidio di Chiara Poggi? La posizione dell’uomo, già indagato, era stata archiviata nel 2017 per diversi elementi, a partire dall’alibi. Ora invece secondo la procura di Pavia che ha riaperto le indagini, è possibile che l’allora 19enne abbia avuto un contatto ravvicinato con la ragazza uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco.

Cosa ha fatto Andrea Sempio il giorno dell’omicidio di Chiara Poggi

Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, è nuovamente indagato dalla procura di Pavia per il delitto di Garlasco.

Nei giorni scorsi Sempio si è sottoposto all’esame del Dna e si attende il confronto con il materiale genetico trovato sotto le unghie della vittima.

 Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco

Già indagato, la sua posizione era stata archiviata nel 2017 quando la difesa aveva sostenuto, con una ricostruzione sposata dagli allora pm, che le tracce di Dna fossero dovute all’utilizzo del pc di casa Poggi, che il giovane frequentava spesso.

La nuova ipotesi della procura è che la presenza di quelle tracce non possa essere spiegata con un contatto indiretto, anche perché sotto le unghie di Chiara non sono state trovate tracce di Dna dei familiari.

Lo scontrino del parcheggio a Vigevano

Secondo i vecchi pm che nel 2017 indagarono su Andrea Sempio l’alibi da lui presentato reggeva. Basato su uno scontrino e alcune testimonianze.

Un biglietto del parcheggio emesso alle 10.18 del 13 agosto 2007 in piazza Sant’Ambrogio a Vigevano e consegnato ai carabinieri nel 2008.

Stando al suo racconto, quella mattina Andrea Sempio sarebbe rimasto a casa con il padre. Poi verso le 10, al ritorno della madre uscita per una commissione, avrebbe preso l’unica auto di famiglia per andare in libreria a Vigevano, trovata chiusa.

Tornato a Garlasco, prima di rientrare a casa sarebbe passato a trovare la nonna, che ha confermato la circostanza ai carabinieri.

Stando al racconto di Sempio e dei genitori, era stato il padre a trovare lo scontrino in auto mentre stava pulendo, una settimana dopo il delitto.

L’uomo l’aveva poi consegnato alla moglie, che aveva deciso di conservarlo, immaginando che tutti gli amici di Marco Poggi sarebbero stati sentiti dagli investigatori.

La libreria e le contraddizioni nel racconto

Tutti elementi emersi nella prima indagine e confermati da Sempio e dai genitori nel 2017. Anche se con alcune contraddizioni.

Dopo essere stato sentito come indagato, tornando a casa con il padre Sempio aveva detto di non aver “dato una risposta perfetta”. È quanto emerso dalle intercettazioni di allora, come riporta il Corriere della Sera.

“Mi han chiesto se ero andato a Vigevano. Siccome ero andato a Vigevano a comprare il cellulare“, e non libri, “loro hanno rilevato il mio cellulare a Vigevano. Se io ti dico: mi ricordo perfettamente che avevo il cellulare è logico che ti do una risposta. Allora ho detto che non mi ricordo”.

Dalle intercettazioni un’altra imprecisione: “Ne abbiamo cannata una, che io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, tu hai detto che l’abbiamo ritrovato prima”, aveva detto ancora Sempio al padre.

“A me sembra la prima però non cambia niente”, aveva risposto il padre, “son passati dieci anni”.

Le celle telefoniche

Se lo scontrino del parcheggio posiziona Sempio fuori Garlasco la mattina del delitto, lo stesso non può dirsi del cellulare.

Le celle telefoniche registrarono sette contatti del suo cellulare quella mattina: tre chiamate e quattro sms. E sempre nella cella di Garlasco e non nelle due di Vigevano.

Secondo la ricostruzione del gip contenuta nel decreto di archiviazione del 2017, Sempio fece una breve telefonata a un amico alle 9.58, prima di andare a Vigevano, dove “non effettuò né ricevette chiamate”, senza attivare quindi le celle locali.

Venne quindi contattato da amici alle 11.10, con il cellulare agganciato alla cella di Garlasco, “in perfetta compatibilità con la durata del viaggio di rientro”, circa 15 minuti.

Fonte foto: ANSA

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