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Andrea Giambruno e i due uomini vicini alla sua auto: spiato dai servizi segreti? I timori di Giorgia Meloni

Due uomini sarebbero stati sorpresi mentre armeggiavano vicino all’auto di Andrea Giambruno, l'ex compagno di Giorgia Meloni. Le indagini e i sospetti che si trattasse dei servizi segreti

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

Una vicenda piena di punti interrogativi con ipotesi di spionaggio. In una notte dello scorso novembre, a Roma, due persone si sarebbero avvicinate all’auto di Andrea Giambruno, l’ex compagno della premier Giorgia Meloni, ma sarebbero stati fermati da un agente che era di sorveglianza in zona. I due avrebbero detto al poliziotto di essere “colleghi“, mostrando anche un tesserino e andandosene senza essere identificati. Sono stati sollevati dubbi sul fatto che si potesse trattare di agenti dei servizi segreti.

L’auto di Andrea Giambruno sotto casa di Giorgia Meloni

Della vicenda, raccontata dal quotidiano Domani, è stata informata la Digos e la scala gerarchica fino al capo della Polizia Vittorio Pisani e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

L’episodio risalirebbe alla fine di novembre 2023, oltre un mese dopo l’annuncio della separazione di Giorgia Meloni dal compagno, in seguito alla pubblicazione del primo fuorionda dell’allora conduttore di Diario del Giorno (Rete 4).

Andrea Giambruno durante il secondo giorno di Atreju 2023, la manifestazione politica organizzata da Fratelli d’Italia

Tutto sarebbe avvenuto a Roma sud, verso le 3 di notte, nelle strade intorno alla nuova casa di Meloni in zona Torrino.

A pochi metri dalla Porsche di Giambruno parcheggiata – scrive Domani – ci sarebbe stata una volante del commissariato di polizia dell’Eur, per il servizio di vigilanza all’abitazione.

All’improvviso, da un’auto sbucata sulla strada sarebbero scesi due individui, che dopo aver acceso una luce avrebbero cominciato a trafficare intorno all’auto del giornalista di Mediaset.

L’agente di polizia avrebbe visto tutto, decidendo di intervenire. Dopo aver chiesto conto dei movimenti sospetti però, i due avrebbero mostrato un distintivo, identificandosi come “colleghi” senza rilasciare generalità e risalendo in auto per andarsene.

Le indagini e l’ipotesi dei servizi segreti

Dalle primissime indagini svolte sarebbe emerso che i due erano due agenti dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna. In particolare, si sarebbe trattato di due uomini della scorta di Meloni.

Secondo quanto riferito dal quotidiano edito da Carlo De Benedetti, sarebbe stata informata anche la Procura di Roma.

La conclusione dell’indagine dei servizi alcuni mesi dopo è però diversa: i due uomini sarebbero stati in realtà due ricettatori (forse interessati agli oggetti di valore dentro l’auto) e non agenti intenti a piazzare cimici o altro.

Rimangono comunque diversi dubbi su tutta la vicenda.

Le parole del sottosegretario Alfredo Mantovano

Sull’episodio si è espresso anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.

“Gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence – ha detto – hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

“Dell’episodio accaduto mentre Meloni era impegnata in una missione all’estero, ho riferito – quale Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica – nella mia ultima audizione al Copasir del 4 aprile”, ha tenuto a precisare Mantovano.

Fonte foto: ANSA

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