Alluvione Emilia-Romagna, il video dall'alto delle zone colpite dal maltempo: le immagini dall'elicottero
Dopo l'alluvione in Emilia-Romagna l'emergenza maltempo cala di intensità passando da allerta rossa ad allerta arancione. E comincia la conta dei danni
Dopo l’alluvione in Emilia-Romagna è ancora allerta meteo, che passa però da rossa ad arancione: per la giornata di sabato 21 settembre, specificano le autorità, non sono previsti “fenomeni meteorologici significativi ai fini dell’allertamento”. Non si escludono, tuttavia, “temporali sparsi di breve durata”. Intanto, con il maltempo che concede una tregua, comincia la conta dei danni. E divampa la polemica politica.
L’Emilia-Romagna dopo l’alluvione
Sono circa 2.500 le persone evacuate, la gran parte in via precauzionale. Nei territori colpiti dalle alluvioni si lavora per ripristinare gli argini e drenare l’acqua.
Le criticità maggiori riguardano il Ravennate, con l’esondazione del Lamone e del Senio. A Lugo, in provincia di Ravenna, l’acqua in arrivo da Cotignola ha inondato più punti della cittadina. L’ospedale è stato evacuato.
A Faenza (Ra) volontari della protezione civile e vigili del fuoco portano in salvo la popolazione alluvionata.
A a Traversara di Bagnacavallo, dove il fiume Lamone, ha rotto gli argini si continua a cercare una persona che risulta dispersa.
A Bologna rientra l’ordinanza che vietava la permanenza in parchi e giardini. Il Comune, tuttavia, “consiglia alla cittadinanza precauzione nel sostare sotto gli alberi all’interno dei parchi”.
Molti altri centri sono stati invasi dall’acqua e dal fango. E diversi tratti stradali e autostradali sono stati chiusi alla circolazione.
La situazione nelle campagne
Gravissima la situazione nelle campagne, dove è ancora in corso la vendemmia e dove fra un mese esatto dovrebbe partire la raccolta delle olive. La Regione parla di raccolti e magazzini sott’acqua, decine di aziende agricole colpite, centinaia gli ettari di seminativi, frutteti e vigneti finiti nuovamente sotto fango e acqua: a rischio anche il versante della vendemmia, ancora in corso in numerose aziende, secondo una prima valutazione con le associazioni di settore.
Secondo la Coldiretti “l’80% delle aziende nel Ravennate danneggiate sono le stesse devastate dall’alluvione del 2023”.
L’acqua ha inondato i “terreni coltivati a ortaggi e gli alberi di mele, pere, kiwi, susine con impianti danneggiati nella zona del Faentino, nel Bagnacavallese e a Cotignola dove l’acqua è arrivata alla frutta, avendola ricoperta di fanghiglia”, spiega Coldiretti.
Le polemiche politiche
La premier Giorgia Meloni ha dichiarato che sono pronti 20 milioni per l’emergenza alluvione in Emilia-Romagna. Il ministro Nello Musumeci (Protezione Civile e Politiche del mare) aveva precedentemente dichiarato che non saranno destinati soldi alle Regioni senza prima capire come verranno spesi.
Durissimo Stefano Bonaccini, ex governatore dell’Emilia-Romagna oggi all’europarlamento sotto le insegne del Pd. Secondo Bonaccini “in un paese normale” il ministro Musumeci “si sarebbe recato sul posto” mentre “invece ha convocato una conferenza stampa per sparare a zero mentre erano ancora in corso i soccorsi alle popolazioni colpite”.
La presidente della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, ha chiesto ufficialmente al governo lo stato di emergenza. Poi ha aggiunto che Mattarella l’ha chiamata per esprimere solidarietà, Meloni no.
Per quanto riguarda il pregresso, la Regione aveva chiesto al governo 8,5 miliardi per mettere in sicurezza il territorio. Ne ha ricevuti 3,8: 1,5 per il rimborso dei danni dell’alluvione del 2023 e 2,5 per la messa in sicurezza.