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Zerocalcare torna sul caso Lucca Comics con un fumetto su Israele, Hamas e Gaza: tirato in ballo anche Salvini

Zerocalcare ha pubblicato un nuovo fumetto sul caso Lucca Comics, chiarendo il suo pensiero su Israele e Gaza dopo le tante critiche ricevute

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Dopo le tante critiche ricevute in seguito al suo annuncio di rinunciare a prendere parte a Lucca Comics, manifestazione patrocinata dall’ambasciata israeliana, Zerocalcare ha deciso di rispondere con un fumetto in cui è tornato a parlare di Israele, Hamas e Gaza.

Perché Zerocalcare ha deciso di non partecipare a Lucca Comics

Zerocalcare aveva inizialmente motivato la decisione di non partecipare a Lucca Comics con alcune Storie su Instagram in cui aveva spiegato che partecipare a una manifestazione patrocinata da Israele durante i bombardamenti sulla Striscia di Gaza era “un corto circuito che non riesco a gestire“, chiarendo però che la sua non era “una contestazione alla presenza dei due autori del poster Asaf e Tomer Hanuka”, a proposito dei quali si era augurato che avrebbero potuto partecipare all’evento.

In un fumetto pubblicato su ‘Internazionale’, in un articolo intitolato “A proposito di Lucca e di tutto il resto“, Zerocalcare ha risposto alle critiche ricevute. Inizialmente ha scritto: “Lo so che parlare ancora di Lucca Comics mentre a Gaza continua incessante il massacro è grottesco, ma al centomillesimo articolo pieno di menzogne che mi mette in mezzo personalmente, io o faccio un fumetto o vado in cronaca“. Zerocalcare ha poi ripercorso l’iter che lo ha portato a decidere di rinunciare a Lucca Comics, spiegando che è stata una scelta, che lo ha “lacerato“.

Il fumettista Zerocalcare.

Le critiche ricevute da Zerocalcare

Nel fumetto, Zerocalcare ha riproposto alcune delle critiche ricevute. Su Matteo Salvini, che aveva scritto “Spiace che per qualcuno il sostegno dell’ambasciata d’Israele a un bellissimo evento culturale sia un problema, a tal punto da annullare la presenza. Io la penso esattamente al contrario”, il fumettista ha scritto: “Questo fa er ministro“.

Tra i commenti polemici riportati ci sono anche quelli del senatore Maurizio Gasparri, del vicedirettore de ‘Il Foglio’ Maurizio Crippa, della giornalista e conduttrice tv Myrta Merlino e del vicedirettore de ‘Il Giornale’ Nicola Porro.

Infine, Zerocalcare ha riportato anche un articolo scritto da Francesco Merlo su ‘La Repubblica’, in cui lo si accusava di non rendersi conto “di somigliare a Hamas” e di “buttare i suoi razzi di fumo-fumetto su Israele”, attribuendogli inoltre il virgolettato “no agli artisti israeliani” nonostante in realtà il fumettista abbia scritto il contrario su Instagram. Zerocalcare ha definito “incommentabile” quanto scritto da Francesco Merlo.

Il chiarimento di Zerocalcare

Zerocalcare, nel suo fumetto, ha poi spiegato di considerare il rastrellamento del ghetto ebraico di Roma del 1943 “la pagina più buia della mia città”, aggiungendo anche che tra gli episodi storici che più gli smuovono il cuore ci sono “la rivolta del ghetto di Varsavia“, in cui centinaia di persone ebree si ribellarono agli occupanti nazisti, e la caccia ai gerarchi nazisti di Simon Wiesenthal.

Il fumettista ha però sottolineato: “La denuncia o la critica delle politiche e dei crimini di guerra dello stato israeliano, quelli di oggi e dei decenni passati, non può essere buttata strumentalmente nel tritacarne dell’antisemitismo”.

La chiosa finale di Zerocalcare: “Finché non cambiamo la prospettiva da cui guardare il mondo, finché continuiamo a fare il tifo per uno stato contro un altro, continueremo a scegliere quale massacro giustificare e quale condannare, magari sulla base di interessi commerciali o militari che spesso hanno poco a che fare con gli ideali. Io preferisco spostare il focus sui popoli e sulla necessità di convivere da eguali, e le bandiere degli Stati, specie quelli in guerra, raramente vanno in quella direzione”.

Fonte foto: ANSA

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