Volantini contro Kim in Corea del Nord, mostrata la ricchezza del dittatore: pronto a dichiarare guerra a Seul
Dei volantini contro Kim in Corea del Nord hanno scatenato l'ira del dittatore: in essi viene mostrata la ricchezza del dittatore che ora vuole vendicarsi
Alcuni volantini che sono arrivati tramite droni in Corea del Nord hanno fatto andare su tutte le furie il dittatore Kim. In essi infatti veniva mostrato come il leader del Paese e la sua famiglia sfoggiassero capi ed accessori di lusso, una provocazione che ha subito portato a conseguenze militari e che potrebbe far nascere una pericolosa escalation.
- Cosa c'era nei volantini arrivati in Corea del Nord
- Tensione in Corea del Nord, chi sta cercando di colpire il dittatore
- La reazione di Kim e della famiglia
- Nord contro Sud, la strategia di tensione di Kim
Cosa c’era nei volantini arrivati in Corea del Nord
Nei volantini che sbeffeggiavano Kim Jong Un si vedevano foto del dittatore che portava al polso un orologio di lusso, lo svizzero IWC Schaffhausen dal valore di 13.400 dollari. Ritratta anche sua figlia, Kim Ju Ae, che indossava un giaccone di pelle di Dior, anch’esso da migliaia di dollari.
In calce alle immagini, gli autori dell’atto dissacrante hanno specificato quanti chili di riso e grano si potrebbero acquistare con i soldi spesi per i due accessori. Un duro colpo per la popolarità in patria della Dinastia Kim, della quale si è mostrata così la grande ricchezza.
Tensione in Corea del Nord, chi sta cercando di colpire il dittatore
L’agenzia di stampa nordcoreana Kcna ha parlato di “voci incendiarie e assurdità” ritratte nei volantini, mentre il governo ha condannato l’episodio come una violazione della “sovranità sacra“, una minaccia alla sicurezza e una provocazione che potrebbe portare a un conflitto armato.
Non si tratta del primo caso in cui dei manifesti contro Kim vengono lanciati all’interno del Paese, anzi.
Nell’ultimo mese per tre volte dei droni hanno fatto piovere in Corea del Nord volantini simili che non sono però stati rivendicati da alcuna persona o associazione. Si pensa però possano essere opera di alcuni fuoriusciti dal Paese o, questa è la teoria di Kim, dell’intelligence della Corea del Sud.
La reazione di Kim e della famiglia
La reazione del regime dittatoriale non si è fatta attendere. La sorella e consigliera del leader, Kim Yo-jong, ha lanciato un messaggio che sembra più un ultimatum.
“Un solo drone in più sarebbe considerato atto di guerra”, ha detto.
Ha inoltre preannunciato “un orribile disastro, la distruzione di Seul” se dal Paese rivale continuassero ad arrivare attacchi propagandistici del genere. L’esercito è stato già allertato e la tensione sale di ora in ora.
Nord contro Sud, la strategia di tensione di Kim
Le conseguenze d’altronde sono subito arrivate. Kim ha fatto saltare in aria con delle mine, all’altezza del 38° Parallelo, le due strade che collegavano Nord e Sud della penisola coreana. Distruggendo le sezioni di confine e le due strade inter-coreane, il dittatore ha di fatti tagliato i ponti con la parte meridionale della penisola e dichiarato impossibile ogni riconciliazione, dialogo e contatto con il Sud che, da par suo, ha risposto con alcuni colpi di ammonimento.
Le due strade saltate in aria non erano percorse da anni, motivo per cui l’atto compiuto da Kim è di per sé simbolico. Con esso, ribadisce come il Sud sia e sarà il nemico numero uno, tirando dritto sulla sua strada. Solo per un breve periodo, nel 2018, Kim aveva inaugurato politiche più aperte al dialogo. Aveva avuto contatti con l’allora presidente Usa, Donald Trump, e spedito sua sorella in missione diplomatica a Seul. Quel periodo però è ormai dimenticato. Il dittatore ha ordinato di cancellare dalla Costituzione nordcoreana ogni menzione all’unità della penisola e alla riunificazione pacifica.
La strategia della Corea del Nord potrebbe essere quella di emarginare il Sud in vista di un nuovo negoziato internazionale sul nucleare. Una mossa questa che dunque, oltre che punire i rivali, potrebbe strizzare l’occhio agli Stati Uniti, a patto che le elezioni sorridano a Donald Trump.