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Vittorio Sgarbi al Maxxi di Roma tra volgarità e sessismo. Dipendenti protestano, ma il presidente le silenzia

I 49 dipendenti, di cui 40 donne, avevano inviato una lettera di protesta al presidente della Fondazione, ma sono stati intimati di fare retromarcia

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Giulia D'Aleo

GIORNALISTA

Scrive su importanti quotidiani nazionali, si occupa di attualità con una particolare attenzione rivolta a temi sociali, diritti, marginalità.

Il sessismo rimane ancora una volta impunito. All’inaugurazione della stagione estiva del museo Maxxi a Roma, Vittorio Sgarbi si era lasciato andare nuovamente a commenti misogini e battute sessiste, scherzando sul numero di donne portate a letto. Diversi dipendenti della struttura avevano inviato una lettera di lamentele per le parole del sottosegretario, che è stata però respinta dal presidente della Fondazione, Alessandro Giuli.

Le parole di Vittorio Sgarbi

Il 21 giugno, in occasione dell’apertura della stagione estiva, Vittorio Sgarbi era stato invitato al museo Maxxi a Roma per un evento voluto dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Il sottosegretario alla Cultura era stato invitato a parlare sul palco insieme al musicista Morgan, che ha da subito assecondato un discorso intriso di commenti sessisti.

Vittorio Sgarbi e Morgan sul palco del Maxxi all’inaugurazione del 21 giugno

Dopo diversi minuti dall’inizio dell’incontro, il livello della conversazione ha iniziato ad abbassarsi sempre di più, fino a quando Morgan non ha chiesto a Sgarbi: “Hai letto più libri o fatto l’amore con più donne? Qual è il tuo record?”.

Al che il sottosegretario, ospite di uno dei centri culturali più noti del Paese, ha replicato: “Non lo so, però posso risponderle con il mio amico Califano: ma tre al mese me li vuoi dare? Sono proprio una media piccola piccola”.

Per continuare a suscitare l’ilarità del pubblico parlando di donne come trofei da rivendicare, ha aggiunto: “Gli osservatori dell’Osce, nel momento in cui ero attivo, valutavano anche 9 al mese. Quindi venne fuori 1.500, che era una quota minima di servizio”.

“Houellebecq dice che c’è un momento della vita in cui noi conosciamo un solo organo: il ca**o” ha continuato.

La lettera dei dipendenti

Non tutti, però, hanno apprezzato lo spettacolo. In una lettera rivolta al presidente della Fondazione, Alessandro Giuli, 43 dipendenti, principalmente donne, hanno manifestato il proprio dissenso.

“Con riferimento alla serata inaugurale dell’Estate al Maxxi, con rammarico sentiamo di rappresentarle il nostro dispiacere per i contenuti degli interventi del sottosegretario prof. Vittorio Sgarbi che in nessun modo collimano con i valori che da sempre hanno contraddistinto il nostro lavoro all’interno di questa istituzione, luogo di cultura libera, inclusiva e critica nei confronti di pregiudizi e luoghi comuni”, si legge nella lettera.

I dipendenti, si augurano poi una presa di posizione pubblica: “Siamo certi che la governance saprà individuare le modalità più idonee per esprimere il proprio dissenso e per il futuro evitare di esporre l’istituzione tutta a simili gravi intemperanze”.

Interpellato sulla vicenda, Sgarbi avrebbe ancora una volta rivendicato le proprie azioni: “Ho preso spunto da L’aria di Leporello di Lorenzo da Ponte. Censuriamo anche lui e Mozart? Anche Lucio Battisti?”.

E avrebbe poi rilanciato: “È consentito a un maschio essere ninfomane?”.

La replica del presidente

Secondo quanto riportato da Domani, la richiesta dei dipendenti sarebbe stata rigettata dal neo-presidente.

Le persone firmatarie della lettera sarebbero state convocate personalmente negli uffici di Giuli che avrebbe chiesto di fare retromarcia rispetto a quanto dichiarato.

In una nota congiunta, i componenti delle commissioni cultura di Camera e Senato hanno però espresso la propria contrarietà alla scelta del presidente.

“Sono gravi e volgari le battutacce sessite pronunciate da Vittorio Sgarbi all’inaugurazione dell’estate al Maxxi, ma ancora più grave è la reazione di Alessandro Giuli, Presidente della Fondazione, che – a quanto riferisce la stampa – di fronte alla garbata e riservata lettera di protesta di 49 dipendenti, una quarantina dei quali donne, ha pensato bene di usare toni intimidatori“.

Chiediamo al Ministro Sangiuliano di venire a riferire in Aula – prosegue la nota – e di spiegare le ragioni per cui un’istituzione culturale importante come il Maxxi possa essere oggetto di una deriva degradante come questa”.

Fonte foto: ANSA

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