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Vincenzo Fratepietro arrestato a Carovigno: l'esponente della mafia di Foggia era tra latitanti più pericolosi

Vincenzo Fratepietro arrestato a Carovigno: l'esponente della mafia di Foggia era latitante da un anno, considerato tra i più pericolosi

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Colpo alla mafia di Foggia. Nella serata di martedì 13 febbraio i carabinieri hanno arrestato Vincenzo Fratepietro a Carovigno, in provincia di Brondisi. Era in fuga da un anno, inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno.

L’arresto di Vincenzo Fratepietro

Vincenzo Fratepietro si nascondeva a Carovigno, a circa una ventina di chilometri da Brindisi.

È stato rintracciato nel corso di un prolungato servizio di osservazione nei pressi dell’appartamento scelto per la latitanza, grazie alle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Bari.

Carovigno, in provincia di Brindisi, dove è stato arrestato Vincenzo Fratepietro: era latitante da un anno

Le accuse a Vincenzo Fratepietro

Vincenzo Fratepietro era ricercato dal 16 marzo 2023, dopo l’ordinanza di custodia cautelare in carcere di cui era stato destinatario per il reato di associazione mafiosa finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti nell’ambito delle operazioni – coordinate dalla Dda di Bari e condotte dai carabinieri di Foggia – convenzionalmente denominate Cocktail (eseguita il 16 marzo 2023 a carico di 24 persone) e Game Over (24 luglio 2023, a carico di 82 persone).

Secondo quanto emerso da entrambe le indagini, Fratepietro sarebbe stato grossista e stabile fornitore di ingenti quantitativi di droga a favore della consorteria mafiosa denominata Società foggiana.

Nell’indagine Game Over gli si contesta l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.

La condanna a 9 anni e 8 mesi

Per lo stesso reato, nell’ambito dell’operazione Nemesi della Dda di Bari, è stato condannato in primo grato a 9 anni e 8 mesi.

È accusato di aver stabilmente fornito sostanza stupefacente al clan D’Abramo-Sforza di Altamura, nella provincia di Bari.

Fonte foto: US Carabinieri

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