Vigile di Sanremo timbrava in mutande, licenziato ma vince anche in Cassazione: risarcimento da 230 mila euro
La Cassazione ha confermato che il vigile che ha timbrato in mutande a Sanremo dovrà essere risarcito con 227mila euro
All’ex vigile Alberto Muraglia, le cui foto in cui lo si vede timbrare in mutande a Sanremo sono diventate l’emblema dei cosiddetti furbetti del cartellino, spetta un risarcimento da parte del Comune di 227 mila euro. Lo ha stabilito anche la Cassazione, che lunedì 22 luglio ha confermato la sentenza della Corte di Appello civile.
- L'ex vigile di Sanremo che timbrava in mutande
- Il commento degli avvocati dopo la Cassazione
- Alberto Muraglia sarà risarcito: "Ho sofferto come un cane"
L’ex vigile di Sanremo che timbrava in mutande
Dopo la sentenza della Corte di Appello, il Comune di Sanremo aveva fatto ricorso. La Cassazione lo ha respinto.
Il licenziamento di Muraglia è stato definitivamente ritenuto illegittimo dai giudici. Dunque gli spetta il risarcimento di 227.000 euro lordi, al netto delle imposte circa 130mila euro.
Il commento degli avvocati dopo la Cassazione
“Si tratta di importi sottoposti a tassazione. Inoltre il Comune ha versato il minimo sindacale, senza tenere conto delle rivalutazioni Istat, delle ferie non godute e di altre voci”. Così al Corriere della Sera Alessandro Moroni, uno dei legali di Muraglia.
“Mentre Muraglia ha scelto di chiudere il rapporto di lavoro col Comune – ha aggiunto l’avvocato -, un altro dipendente di Sanremo è stato riassunto e altri due sempre di Sanremo hanno possibilità di vincere analoghi contenziosi. Tutto deriva dalla incongruenza della cosiddetta legge anti-fannulloni voluta dal ministro Brunetta che consente di licenziare subito, salvo che poi il procedimento penale stabilisca diversamente”.
Secondo le sentenze, Muraglia è vero che ha timbrato in mutande, ma poi si è messo gli indumenti di servizio ed è andato a lavorare.
Alberto Zoboli, l’altro legale dell’ex vigile, ha spiegato che “Muraglia ormai si è dimesso e ha perciò diritto a 18 mensilità in più perché rinuncia al posto. Ma c’è sempre la rivalutazione delle ferie non godute e le spese del primo grado non rifuse”.
L’iter legale, quindi, non sarebbe del tutto concluso in quanto gli avvocati dell’ex vigile ritengono che l’ammontare del risarcimento “non avrebbe contemplato alcune voci, come le somme per le ferie non godute, la rivalutazione e gli interessi”.
Alberto Muraglia sarà risarcito: “Ho sofferto come un cane”
Lo scorso ottobre, dopo la sentenza del giudice di lavoro di Imperia che stabilì che Muraglia doveva essere reintegrato, l’ex vigile aveva dichiarato: “Solo l’idea di poter rivestire la divisa che mi hanno strappato di dosso in quel modo, facendomi soffrire come un cane per otto anni, mi farebbe dire che sono pronto a ri-niziare domani mattina, ma la solo sentenza vale come una grandissima rivincita“.
Il Comune ha poi fatto ricorso, la Cassazione lo ha bocciato.
Muraglia ha poi preso la decisione di chiudere il rapporto di lavoro col Comune.