Via l'iva da pane, latte e pasta: il Governo lavora alla manovra, stretta sul reddito di cittadinanza
Il governo Meloni studia la manovra di Bilancio, nel Cdm di lunedì verrà presentata una bozza delle misure da varare
Il Governo si appresta ad affrontare la prima grande sfida dal suo insediamento dello scorso ottobre. Dopo oltre un mese di lavoro, infatti, Meloni e il suo esecutivo stanno mettendo a punto la manovra di Bilancio, il documento di economia e finanza che verrà varato nei prossimi giorni e che dovrà contenere tutte quelle misure considerate non urgenti e “rinviate” rispetto al decreto aiuti quater.
Mentre nelle scorse ore è arrivata la firma proprio sul decreto, i ministri e i capigruppo si sono confrontati in vista di quello che sarà il Consiglio dei ministri di lunedì 21 novembre nel quale, con molta probabilità, diverse misure troveranno il loro posto definitivo nella manovra di Bilancio. Tra questa il taglio dell’iva su pane, latte e pasta, ma anche la riduzione su altri prodotti.
- Via l'iva da pane e pasta, la proposta del Governo
- Incognita scudo fiscale, discussioni nell'esecutivo
- L'Amazon tax e reddito di cittadinanza: le "altre" proposte
Via l’iva da pane e pasta, la proposta del Governo
Nella manovra di bilancio che sta prendendo forma negli ultimi giorni, infatti, il Governo avrebbe l’intenzione di inserire una riduzione o addirittura l’azzeramento dell’Iva su pane, latte, pasta e prodotti per l’infanzia. Si tratterebbe di una misura da applicare intanto per un anno, poi si vedrà sul prosieguo in base alla situazione economica del paese.
L’approccio della manovra è “prudente”, ha ribadito il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che si appella alle forze politiche: “Confido nel fatto che con responsabilità sosterranno questo approccio”. La priorità infatti è sostenere le fasce deboli e le imprese, motivo per il quale si prevedono assegni familiari più corposi per chi ha più di 4 figli o gemelli.
Incognita scudo fiscale, discussioni nell’esecutivo
Il Governo vuole fare presto e varare quanto prima la manovra, dunque l’impegno è quello di portare un primo scheletro del documento in Consiglio dei ministri lunedì, ma non è escluso che si vada a martedì. Per tirare le fila la premier Meloni ha riunito i capigruppo di maggioranza, i vicepremier e il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. Un vertice arrivato al termine di una serie di incontri per la premier, che ha trascorso la giornata alla Camera impegnata su temi altrettanto caldi, dai migranti all’autonomia.
Il confronto sulla manovra avrebbe fatto emergere il nodo dello scudo fiscale per il rientro dei capitali all’estero, misura che va verso lo stop e su cui si sarebbe profilata l’intenzione di avviare in un secondo momento una riflessione sugli strumenti per far emergere i capitali non dichiarati.
Un altro scoglio riguarda le pensioni, con Forza Italia in pressing per le minime: i soldi (sarebbero 2 miliardi), “si trovano”, assicura il capogruppo a Montecitorio Cattaneo. L’obiettivo è ‘quota 103’ (41 anni di contributi e 62 di età), oltre alla proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna.
L’Amazon tax e reddito di cittadinanza: le “altre” proposte
L’energia resta il capitolo che drena il grosso delle risorse, impegnando oltre 21 miliardi su un totale che dovrebbe aggirarsi intorno ai 30. Con un mantra che si rivela determinante nella scelta di cosa aggiungere e cosa togliere: “prudenza” in vista di una legge di bilancio che però la premier Giorgia Meloni vuole orientata anche a sostenere le famiglie, con misure per un miliardo, e a dare sollievo alle fasce deboli.
Sul tavolo anche l’ipotesi della cosiddetta “Amazon tax” o “tassa verde”, una misura che andrebbe a tassare ulteriormente le consegne a domicilio per favorire il commercio di prossimità.
E se la revisione del Reddito di cittadinanza, con una stretta per limitarlo ai residenti in Italia, garantirà coperture sul dossier pensioni, altre risorse sono attese dal restyling degli extraprofitti, con un calcolo basato sugli utili e una tassa alzata almeno al 33%.