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Vaccino contro la bronchiolite ai neonati bloccato dal Ministero della Salute, ma solo al Sud: medici furiosi

Dal ministero stop al vaccino contro la bronchiolite ai neonati nelle Regioni del Sud

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Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Partirà in autunno in Italia la campagna per promuovere il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale, che causa pericolose bronchioliti nei bambini fino ai due anni di età. L’allarme è stato lanciato da tempo dai medici, dato che i casi di bronchioliti nei neonati, sommati a quelli dell’influenza, finiscono per intasare i reparti pediatrici degli ospedali. Sui vaccini però pesa un nuovo intoppo: il blocco deciso dal ministero della Salute per alcune Regioni del Sud.

Vaccino contro la bronchiolite bloccato dal Ministero per alcune Regioni

A bloccare la somministrazione del vaccino contro la bronchiolite ai neonati è stato il ministero della Salute guidato da Orazio Schillaci.

Come riporta Repubblica, il direttore del dipartimento del farmaco del ministero, Americo Cicchetti, ha inviato una nota inviata ai direttori regionali della sanità ordinando lo stop nelle Regioni che sono in piano di rientro dal disavanzo sanitario.

Si tratta di tutte Regioni del Sud, oltre a Lazio e Abruzzo: Puglia, Calabria, Campania, Sicilia e Molise.

Medici furiosi

Una decisione definita “assurda” da Filippo Anelli, presidente nazionale degli Ordini dei medici, secondo cui “non si possono discriminare i neonati in base alla provenienza”.

Contro la decisione si è scagliato anche il consigliere regionale pugliese Fabiano Amati, presidente della commissione Bilancio e programmazione.

“Un’assurdità solo a pensarla, ma impressionante a vederla scritta su carta intestata del Ministero”, scrive in una nota.

“Per fortuna che in Puglia – continua – abbiamo una legge regionale, approvata qualche mese fa e non osservata dal Governo nazionale, che prevede la somministrazione gratuita dell’anticorpo monoclonale, per cui qualsiasi dirigente regionale o direttore generale Asl che dovesse disattenderla sarà da me denunciato”.

Le Regioni in ordine sparso sul virus respiratorio sinciziale

Di fatto però le Regioni si muovono in autonomia e in ordine sparso sulla vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale.

E l’offerta è a macchia di leopardo sul territorio nazionale. “Da meno di un anno solo la Valle d’Aosta è riuscita a fare prevenzione”, ha dichiarato all’Ansa Giuseppe Di Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps).

“Ad ottobre 2024 ci riusciranno altre Regioni tra cui Veneto, Trento, Bolzano, Lombardia, Toscana, Sicilia e Campania, augurandomi che tutte le altre Regioni mancanti inizino la campagna di immunizzazione”, ha spiegato.

Fonte foto: ANSA

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