Vaccino AstraZeneca, "inversione a U": cosa è successo. Parla Magrini
Il numero uno dell'Aifa, Nicola Magrini, è tornato sul tema dei vaccini AstraZeneca: cosa è successo davvero
Il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) è tornato a parlare di una questione spinosa, ovvero quella che ha definito lui stesso “l’inversione a U” per il vaccino anti Covid AstraZeneca. Inizialmente, ricordiamo, era raccomandato solo al di sotto dei 55 anni, in seguito è stato esteso fino ai 65 anni e dopo lo sviluppo di effetti indesiderati rarissimi oggi è raccomandato solo al di sopra dei 60 anni.
“Può sembrare una decisione contraddittoria ma contraddittoria non lo è”, ha affermato Nicola Magrini in un breve video nel quale spiega perché le indicazioni all’uso dei farmaci possono cambiare nel tempo.
Citando il caso del vaccino AstraZeneca, il numero uno dell’Aifa ha ricordato come le indicazioni di età date all’inizio siano dipese dal fatto che “eravamo in grado di sapere con chiarezza che funzionava, e abbastanza bene, in quella determinata fascia di età, ma via via che sono giunte nuove conoscenze, compresi questi effetti indesiderati rarissimi ma gravi, soprattutto nelle popolazioni più giovani, diventava un rischio non accettabile, a fronte della disponibilità di altri vaccini che non mostravano questi effetti”.
“In medicina e nella comunità della ricerca – ha poi fatto notare Magrini – non si agisce solo per consenso o solo per studi sempre nella stessa direzione ma ci sono ampi margini e gradi di libertà di interpretazione delle diverse evidenze”.
“Quindi i cambiamenti drastici vanno visti positivamente e con fiducia se sono basati sulle migliori evidenze disponibili – ha concluso il dg dell’Aifa -. Ne va preso atto, vanno digeriti e visti come un segno di aggiornamento continuo e di progresso delle conoscenze”.