Vaccino AstraZeneca, quanti casi di trombosi: i dati dell'Ema
L'Ema, nella consueta conferenza stampa, ha fatto il punto sui vaccini anti-Covid e ha illustrato i dati raccolti sulle trombosi dopo AstraZeneca
L’Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha indetto una conferenza stampa in data 17 giugno per fare il punto sulle recenti attività in merito alla pandemia di Covid-19. In particolare, i relatori Noël Wathion, Marco Cavaleri e Georgy Genov hanno parlato dei vaccini e dei casi di trombosi emersi tra le persone vaccinate.
Quanti sono i casi di trombosi emersi finora
Georgy Genov, responsabile della farmacovigilanza dell’Ema, ha riportato i dati sulle trombosi associate al vaccino di AstraZeneca: “405 casi di potenziali trombosi con le dosi AstraZeneca, su 45 milioni di persone vaccinate”. L’esperto ha quindi sottolineato che si tratta di eventi “molto rari”.
Si sono verificati altri decessi legati alle trombosi, ha ricordato Genov: “Sfortunatamente, alcuni di questi eventi sono ancora fatali. Tuttavia, dalle ultime verifiche abbiamo notato un’ulteriore riduzione della mortalità e questo è probabilmente dovuto a una varietà di fattori”, come ad esempio “la diagnosi precoce nel trattamento“.
L’ultimo monitoraggio dell’Agenzia italiana del farmaco, risalente a maggio, aveva rilevato 34 casi di trombosi in Italia dopo il vaccino di AstraZeneca.
Per quanto riguarda invece il vaccino Janssen, Genov ha ribadito che anche in questo caso le trombosi sono eventi molto rari: sarebbero “10 possibili casi di trombosi su 6 milioni di vaccinati con la dose Johnson & Johnson”.
Mix vaccini, la posizione dell’Ema
Quanto al mix di vaccini, Marco Cavaleri è intervenuto per illustrare la posizione dell’Ema: “Sulla base delle esperienze del passato”, la vaccinazione eterologa “sembra una strategia che può essere impiegata, ma su quelli Covid-19 ci sono prove limitate ed è importante raccogliere maggiori informazioni e monitorare con attenzione”.
Pertanto, “da una prospettiva dell’Ema non è facile in questa fase esprimere una netta raccomandazione”, ha aggiunto Cavaleri. L’Ema è quindi in attesa di ulteriori dati, ma sulla base di quelli già disponibili l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli si è mostrato ottimista.