Ucraina-Russia, cosa vuole davvero ottenere Putin: la "questione di vita e di morte" e la probabile soluzione
Crisi Ucraina-Russia: quali sono le richieste di Putin e perché l'Occidente non si fida del numero uno del Cremlino
Vladimir Putin continua a fare il bello e il cattivo tempo, mescolando le carte del mazzo e giocando ora di rimessa, ora d’attacco. Ieri doveva essere secondo alcuni analisti la data in cui avrebbe dato il via all’invasione dell’Ucraina e invece lo ‘Zar’, colpo di scena, ha spendito all’Occidente una serie di segnali distensivi, con il ministro della Difesa russo che ha reso noto l’inizio del ritiro delle truppe. Intanto il ministro degli Esteri Serghej Lavrov ha evidenziato “la risposta positiva” dell’Occidente ad alcune delle iniziative russe sulla sicurezza che “erano state respinte per tanto tempo”. Putin, infine, ha detto di “non volere la guerra”.
Segnali distensivi, si diceva. Eppure Joe Biden e gli alleati continuano a tenere altissima l’attenzione perché sanno per esperienza che con Putin c’è poco o nulla di sicuro. Il presidente russo potrebbe decidere di mescolare di nuovo le carte da un momento all’altro e cambiare gioco.
“Penso che ci stiamo muovendo verso una nuova fase. La minaccia di un’invasione su larga scala, in cui a ogni modo non ho mai creduto, si è ridotta”. Questo il pensiero, consegnato a La Repubblica, di Kadri Liik, ricercatrice dell’European Council on Foreign Relations. “La Russia ora vuole approfittare della tensione creata per raggiungere i suoi obiettivi con mezzi diplomatici”.
Ammesso e, per ora, non concesso che l’ipotesi della guerra aperta possa realmente essere archiviata a breve, resta caldissima la battaglia di nervi, alimentata da dichiarazioni e mosse meno roboanti, come ad esempio il cyberattacco denunciato da Kiev e il voto della Duma sul riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk nell’Est Ucraina.
Russia, le richieste all’Occidente: “Garanzie di sicurezza”
In molti si chiedono perché il Cremlino abbia innescato una simile situazione. La risposta è da ricercare nelle dinamiche di geopolitica, con la Russia che vuole che siano soddisfatte dall’Occidente delle sue richieste su una serie di cosiddette “garanzie di sicurezza”. In particolare, i nodi da sciogliere per Mosca sono: lo stop all’allargamento della Nato a Est, e in particolare all’Ucraina; il ritiro delle truppe ai suoi confini e di missili in grado di colpire Mosca; la sospensione delle esercitazioni nei Paesi ex-Urss.
Putin, in merito alle suddette richieste, ha detto che non è disposto in alcun modo a cedere di un millimetro. Per ripristinare una situazione di calma e scongiurare la guerra si potrebbe negoziare sul disarmo e le reciproche ispezioni. Il punto incandescente rimane l’adesione dell’Ucraina alla Nato. Ruslan Pukhov del Centro per le Analisi delle Strategie e delle tecnologie ha spiegato che è questa “la questione di vita o di morte” per la Russia.
Crisi Russia-Ucraina: la soluzione più probabile
Secondo Liik, una soluzione potrebbe giungere ricollegandosi agli Accordi di Minsk II, che finora sono rimasti inattuati. Tali accordi sanciscono che Kiev riconosca una specie di autonomia alle Repubbliche di Donetsk e Lugansk. Il Donbass finirebbe così sotto la sovranità dell’Ucraina territorialmente, ma avrebbe una sorta di veto su questioni strategiche.
Altrimenti detto potrebbe non rientrare nell’adesione alla Nato. “Per Mosca sarebbe il modo migliore di garantirsi un piede nella politica ucraina”, conclude Liik parlando sempre con La Repubblica. In un simile scenario, a perdere la faccia sarebbe il presidente ucraino Volodimir Zelenskij, mentre sorriderebbe colui che continua a dare le carte, Vladimir Putin.