Travaglio si becca un vaffa da Gaia Tortora, la sua risposta
Botta e risposta al veleno tra i due giornalisti sulla questione giustizia
Ai margini del confronto elettorale si è disputato un altro “contest” stavolta a livello giornalistico che ha visto un fragoroso botta e risposta tra Marco Travaglio e Gaia Tortora. Ring dello scontro le parole del Ministro della Giustizia Bonafede sul tema della prescrizione. La vicedirettrice del TgLa7, nonché figlia di Enzo Tortora non ha esitato a mandare a quel paese (eufemisticamente) il direttore del Fatto Quotidiano che le ha risposto per le rime.
L’antefatto riguarda le parole rilasciate in diretta tv, l’altro giorno, a ‘Otto e Mezzo’, condotto da Lilli Gruber su La7, dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che parlando del lodo Conte, ha detto: “Gli innocenti non finiscono in carcere”.
La frase ha scatenato più di qualche polemica. A indignarsi, tra gli altri, la giornalista Gaia Tortora, figlia del popolare presentatore Enzo Tortora, al centro di un caso di malagiustizia negli anni ’80. “Ministro le chiedo di spiegare la sua frase ad Otto e Mezzo ‘gli innocenti non finiscono in carcere’. Grazie” le parole su Twitter della donna.
Il ministro Bonafede ha chiarito in un lungo post sui social, quella frase e la sua posizione. La stessa Tortora si era detta soddisfatta della precisazione e aveva chiuso il caso.
Che si è nuovamente aperto nel week end. Marco Travaglio dalle pagine del suo Fatto Quotidiano ha spezzato una lancia a favore di Bonafede: “La blocca-prescrizione non cambia di una virgola la sorte degli eventuali innocenti in carcere. I quali non possono essere i detenuti che espiano la pena, cioè i condannati in via definitiva, per definizione colpevoli. Ma i detenuti in custodia cautelare (arrestati prima della sentenza in base a “gravi indizi di colpevolezza” per evitare che fuggano o inquinino le prove o reiterino il reato): che però, per la nostra Costituzione, sono già “presunti innocenti”. Quindi non c’è nulla di scandaloso se un “presunto innocente” è in carcere: è la legge che lo prevede. Solo la sentenza definitiva dirà se era colpevole o innocente”.
Una lettura che non è andata giù a Gaia Tortora che ha riaperto la questione con un tweet al veleno contro Travaglio: “non c è nulla di scandaloso se un presunto innocente è in carcere” finora ho sopportato e sono stata una signora. Ora basta. Travaglio. Mavaffanc..o“. E qualche ora dopo, probabilmente dopo un acceso confronto per messaggi al telefono: “Chiedo al Signor Marco Travaglio di ripetere in pubblico ciò che mi sta scrivendo via SMS e che custodirò gelosamente. Perché al peggio non c è mai fine”.
Il contrattacco di Travaglio. Ecco le parole del direttore del Fatto Quotidiano: “Ieri – spiega Travaglio – ho scritto che non c’è nulla di scandaloso se un ‘presunto innocente’ è in carcere: è la legge che lo prevede. Solo la sentenza definitiva dirà se era colpevole o innocente. L’informazione, essendo corretta, ha molto urtato Gaia Tortora. […] Le ho scritto via sms di informarsi e studiare prima di insultare. E, siccome la poveretta insisteva imperterrita, le ho brevemente spiegato la differenza fra carcere per custodia cautelare e per espiazione pena. Invano. Allora le ho preannunciato un corso di recupero per ciucci“.