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Tragedia Vago di Lavagno, "condizioni disperate" per il 15enne a cui la madre avrebbe sparato: cosa è successo

Versa in condizioni gravissime il 15enne ferito da un colpo di arma da fuoco esploso forse dalla madre a Vago di Lavagno: in vita grazie ai macchinari

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Ubaldo Argenio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cultura, sport e cronaca, scrive anche di attualità, politica e spettacolo. Laureato in Scienze della Comunicazione, inizia a collaborare con testate locali di Benevento per poi passare a testate nazionali, per le quali si è occupato principalmente di approfondimenti sportivi e culturali. Lavora anche come editor.

Secondo il bollettino dell’ospedale di Verona, versa in condizioni gravissime il ragazzo di 15 anni ferito da un colpo di arma da fuoco esploso forse dalla madre a Vago di Lavagno. Il giovane è tenuto in vita dai macchinari ai quali è collegato nel reparto di neuro-rianimazione del nosocomio.

Le condizioni del 15enne

Versa in condizioni disperate il ragazzo di 15 anni gravemente ferito da un colpo di arma da fuoco nel primo pomeriggio di venerdì 20 settembre, poco dopo le 14:00, nella cucina di una villetta di due piani in via Galilei a Vago di Lavagno, vicino Verona.

Il giovane, arrivato all’ospedale Borgo Trento del capoluogo veneto già in gravissime condizioni, è stato sottoposto a un trattamento intensivo sia farmacologico che meccanico, nel tentativo di salvargli la vita.

Vago di Lavagno, comune vicino Verona nel quale una donna avrebbe sparato al figlio, ora in gravi condizioni, per poi togliersi la vita

Il giovane lotta tra la vita e la morte, e la prognosi resta riservata. Gli investigatori attendono con ansia l’evolversi della situazione, confidando nella ripresa delle condizioni di salute del ragazzo, che con la sua testimonianza potrebbe chiarire una volta per tutto quanto accaduto in casa lo scorso venerdì.

Cos’è successo a Vago di Lavagno

Al momento sembrano però pochi i dubbi degli inquirenti in merito alla tragedia nella quale è morta la madre del ragazzo, la 58enne Alessandra Spiazzi: sarebbe difatti stata proprio lei a sparare alla nuca al figlio, prima di rivolgere l’arma contro di sé.

Ed è la spiegazione che ora sembra la più convincente, come confermato anche dal procuratore Raffaele Tito: “Al momento l’ipotesi indiziaria più accreditata è quella del tentato omicidio del ragazzo compiuto dalla madre che poi si è suicidata, la donna da tempo aveva problemi sanitari”.

Sembra difatti che, prima dei colpi uditi dai vicini, ci sia stato un litigio tra madre e figlio, come pare accadesse abbastanza di frequente. A quel punto la donna avrebbe preso la vecchia pistola del defunto padre, rivolgendola prima contro il figlio e poi contro di sé.

Le indagini sulla tragedia

A dare forza all’ipotesi del tentato omicidio-suicidio c’è anche il fatto che, in seguito agli accertamenti degli agenti della scientifica dei Carabinieri, nessuna persona è stata iscritta nel registro degli indagati.

Il procuratore Tito ha spiegato che la donna soffriva da tempo di “problemi sanitari”, ma nonostante ciò era molto attiva nel sociale ed è stata promotrice di diversi eventi contro la violenza sulle donne e, in generale, di iniziative di contrasti alla violenza.

Fonte foto: ANSA

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