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Torino, scarcerato l'uomo con il machete: le dichiarazioni di fronte al giudice e le parole del testimone

L'uomo con il machete fermato a Torino è stato scarcerato. Ecco cosa la versione dei testimoni e la risposta alla sentenza del giudice

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

A Torino è stato scarcerato Hamza Zirar, il 28enne originario del Marocco salito agli onori delle cronache il 2 giugno quando sul web è spuntato un fotogramma che lo mostrava mentre rincorreva un connazionale brandendo un machete.

La decisione del giudice

Il giudice Piergiorgio Balestretti ha accolto la richiesta di Francesca D’Urzo, legale di Zirar, che dopo l’arresto aveva richiesto la scarcerazione.

Così il giudice, al termine del processo per direttissima, ha pronunciato la sentenza che decretava la liberazione del 28enne marocchino che dal momento del suo arresto ha sempre difeso la sua posizione.

Questa la versione fornita dall’uomo filmato con il machete nella scorsa udienza: “Io sono la vittima di un’aggressione: quel machete non era mio, l’ho solo raccolto da terra per difendermi”.

Secondo Hamza, infatti, la sua sarebbe stata la reazione ad un’aggressione subita da cinque spacciatori che lo avrebbero intimidito e minacciato: “Non passare da qua o ti ammazziamo”.

Al termine dell’udienza di ieri, martedì 6 giugno, Hamza Zizar ha detto: “Grazie signor giudice, grazie”.

La dinamica dell’aggressione secondo Hamza Zizar

L’episodio si è consumato nel pomeriggio di mercoledì 1 giugno in corso Giulio Cesare, a Torino, nel quartiere Aurora.

Poche ore dopo sui social e sul web sono comparse le foto che mostravano Hamza Zizar ferito e a petto nudo rincorrere un suo connazionale con un machete.

Zizar è stato raggiunto dalle forze dell’ordine sulla linea 4 del tram insieme ad un suo amico, mentre tentava di raggiungere l’ospedale per ricevere le cure.

Al momento dell’arresto, Zizar aveva nascosto l’arma all’interno dei pantaloni. In sede di convalida del fermo, il ragazzo ha fornito la sua versione: “Un gruppo di cinque spacciatori mi ha seguito e aggredito con un spray urticante, una stampella utilizzata come spranga, delle catene delle bici e dei coltelli.

Il machete non era mio, l’ho raccolto da terra per difendermi. Chiedo scusa per quello che è successo. Mi dispiace”.

La testimonianza dell’amico e di una signora

Hamza Zizar è stato tenuto in stato di fermo nell’attesa delle dichiarazioni di un suo amico, suo connazionale, che ha confermato la sua versione.

“Erano alla fermata del tram in corso Emilia. Quelli sono sempre lì a spacciare e non vogliono nessuno intorno, a parte i clienti. Si sono avvicinati ad Hamza e poi l’hanno inseguito, strattonato. Lui è riuscito a liberarsi e ha cercato di difendersi“.

“Eravamo andati a firmare alla polizia”, ha aggiunto l’amico. I due, infatti, stavano mantenendo l’impegno a seguito di una misura per un precedente di ricettazione.

Una signora che passava di lì al momento della rissa era rimasta ferita a seguito della scheggia di una bottiglia di vetro che l’aveva raggiunta ad una caviglia. La donna ha testimoniato a favore di Hamza Zazir, confermando la sua versione.

Al termine dell’udienza il 28enne si è scusato con la donna nonostante non fosse il responsabile del ferimento, e la signora ha risposto: “Va bene così, ho già perdonato”.

Per il momento il secondo uomo del famoso frame, quello con una maglietta della Juventus che fuggiva da Hamza, è ancora irrintracciabile.

Il tipo di vicenda ha un precedente a Capri, quando nell’aprile 2022 cinque ragazzi di nazionalità pakistana si sono scontrati brandendo armi di diverso tipo, compreso un machete.

Fonte foto: ANSA

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