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RITIRO PRODOTTI ALIMENTARI

Tonno Mareblu ritirato per istamina dai supermercati, qual è il lotto richiamato dal Ministero della Salute

Tonno Mareblu ritirato dai supermercati per presenza di istamina oltre la norma: rischio chimico, il richiamo del Ministero della Salute

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Rischio chimico. Il Ministero della Salute ha reso noto di aver richiamato del tonno al naturale dai supermercati per presenza di istamina oltre i limiti normativi consentiti. Si tratta della versione striata congelata a marchio Mareblu. Il lotto coinvolto è uno: cosa fare nel caso in cui si siano acquistate le confezioni e quali sono i rischi nel caso si sia consumato il prodotto in questione.

Qual è il lotto di tonno con possibile presenza di istamina

Il Ministero della Salute ha disposto il ritiro di un lotto, considerato a rischio chimico, giovedì 18 gennaio 2024: riscontrata la presenza di istamina oltre i limiti normativi consentiti.

Quello che si sa è che il marchio di identificazione dello stabilimento è FC01 e che il tonno è stato commercializzato da Mareblu S.r.l., prodotto però dalla Indian Ocean Tuna Limited, con sede alle Seychelles..

Il tonno ritirato dal Ministero della Salute

Il lotto coinvolto è:

  • TMC: 23/06/2026.

Cosa fare se si sono acquistati i filetti di tonno ritirati

Se avete acquistati il prodotto del lotto in questione, la raccomandazione delle autorità sanitarie è di non consumarne il contenuto.

Anzi, va riportato al punto vendita per richiederne la sostituzione o il rimborso.

Cos’è l’istamina e quali sono i rischi per l’uomo

Come spiegato tra gli altri anche dalla Ulss 1 delle Dolomiti, l’intossicazione da istamina, nota anche come sindrome sgombroide si può verificare come risultato della decomposizione dell’istidina, un amminoacido presente nelle specie appartenenti alle famiglie Scombridae e Scomberascidae, tonno, sgombro, sarde, sardine, acciughe, da cui la patologia prende il nome.

Il deterioramento batterico e la produzione di istamina possono avvenire in ogni fase della filiera.

Aviene in caso di conservazione del pesce a temperature inadeguate, quando non vengono mantenute costantemente sotto i 4 gradi.

La sindrome sgombroide è una patologia che si sviluppa attraverso la reazione di un enzima che si trova in alcune specie batteriche nell’intestino o nella pelle del pesce.

Il deterioramento dell’alimento non si può avvertire perché inodore e insapore.

L’istamina è già presente nel nostro corpo, serve a regolare il sistema immunitario e non è tossica di per sé.

Quando però è liberata in grandi quantità può provocare una reazione allergica che, nel caso di assunzione di un alimento deteriorato, si manifesta attraverso un’intossicazione alimentare.

La quantità di istamina necessaria per provocare degli effetti varia da soggetto a soggetto a seconda di fattori come sensibilità individuale, peso corporeo, composizione del pasto (alcool, verdure e formaggi), farmaci assunti e patologie.

La sindrome sgombroide può provocare diversi sintomi, che si manifestano da qualche minuto a qualche ora dopo l’ingestione del prodotto:

  • manifestazioni cutanee comuni (rash cutaneo particolarmente localizzato al viso e al collo, sensazione di intenso calore, orticaria, edema facciale, ponfi, iperemia congiuntivale, prurito);
  • sintomi gastrointestinali (diarrea, dolore addominale, nausea, vomito, bruciore, gonfiore della bocca e della lingua);
  • sintomi emodinamici (ipotensione, vertigini);
  • sintomi neurologici (mal di testa, palpitazioni, formicolio, disturbi alla visione, tremori, debolezza, sensazione di calore).

Fonte foto: 123RF

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