Tetto al prezzo del gas: come funziona il price cap e perché la Russia minaccia l'Europa
L'Unione Europea ha raggiunto un accordo che introduce il price cap, un tetto al prezzo del gas. Di cosa si tratta e quali effetti avrà sulle bollette
Tetto al prezzo del gas, c’è l’accordo Ue. Dopo mesi di discussione, gli stati dell’Unione Europea hanno finalmente trovato un punto di incontro politico per introdurre il price cap.
Il 19 dicembre scorso, durante il vertice dei ministri dell’Energia riuniti a Bruxelles, è infatti arrivato il voto a maggioranza qualificata, con il sì di almeno 15 paesi membri (che rappresentano il 65% della popolazione europea), nonostante la contrarietà dell’Ungheria e l’astensione di Olanda e Austria.
Decisivi il ruolo dell’Italia e il ‘sudato’ via libera arrivato dalla Germania, che ha ottenuto però in cambio una modifica al regolamento sui permessi delle rinnovabili.
Ma cosa cambierà ora per gli italiani? Quali effetti si avranno sulle bollette?
- Tetto al prezzo del gas, come si è giunti all'accordo politico
- Come funziona il price cap, i parametri
- Prezzo del gas e bollette, cosa succederà nel 2023
- La reazione di Mosca, perché Putin minaccia l'Europa
Tetto al prezzo del gas, come si è giunti all’accordo politico
Il Consiglio Affari Energia dell’Ue, dopo un lungo e acceso dibattito, ha definito il meccanismo di tetto al prezzo del gas, rivedendo anche la proposta della Commissione europea.
I ministri europei dell’Energia hanno, infatti, trovato l’accordo politico sul price cap a 180 euro a megawattora, soglia proposta dalla Repubblica Ceca.
Si tratta di una soluzione di compromesso tra i vari paesi membri, una cifra molto al di sotto del tetto iniziale fissato dalla Commissione europea (275 euro/MWh) e inferiore anche alla prima proposta messa sul tavolo dalla stessa presidenza ceca dell’Ue (188 euro/MWh).
Come funziona il price cap, i parametri
Le limitazioni appena approvate dall’Unione Europea entreranno in vigore dal 15 febbraio 2023. Il price cap scatta automaticamente quando si presentano due condizioni:
- quando il prezzo del gas per il mese successivo al TTF (Title Transfer Facility) di Amsterdam, mercato di riferimento per la Ue, supera i 180 euro al MWh per tre giorni lavorativi;
- quando il prezzo del gas per il mese successivo al TTF supera di 35 euro il riferimento per il GNL, il gas liquefatto, sui mercati globali durante gli stessi tre giorni lavorativi.
Una volta attivato, il tetto al prezzo del gas resta attivo per 20 giorni consecutivi e riguarda tutti gli hub dove vengono scambiati i contratti sulle forniture.
In caso di emergenza nella sicurezza dell’approvvigionamento il cap può essere disattivato immediatamente.
Altra salvaguardia del patto è che il meccanismo smetta di funzionare “se la domanda di gas aumenta del 15% in un mese o del 10% in due mesi, le importazioni di GNL diminuiscono in modo significativo o il volume scambiato nel TTF diminuisce in modo significativo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
Sarà l’Acer (Agency for the Cooperation of Energy Regulators) a verificare gli avvenimenti necessari a far scattare il meccanismo di correzione del mercato.
Entro il 1° novembre 2023, la Commissione farà una prima revisione e deciderà se estendere la validità della misura.
Prezzo del gas e bollette, cosa succederà nel 2023
Il giorno stesso dell’accordo politico sul price cap, il 19 dicembre, si è registrato un ampio calo del prezzo del gas sul mercato di Amsterdam, al quale fa riferimento l’Europa.
Il future sul metano (un contratto tra due parti per la negoziazione dei prezzi del gas per una data futura), con consegna a gennaio, ha registrato una diminuzione finale del 6%, a 108 euro al megawattora, con livelli minimi di seduta a 106 euro (non accadeva da giugno 2022).
Ma l’abbassamento del prezzo del gas è proseguito anche nei giorni successivi: il 22 dicembre, ad esempio, è stato scambiato a 91,7 euro al megawattora, -6,2% rispetto al giorno precedente: cifre che non si vedevano addirittura da febbraio scorso, dalla viglia dello scoppio del conflitto ucraino.
In una settimana, il calo è stato di ben 40 euro (-32%), con lo stoccaggio di gas europeo pieno per circa l’83%, al di sopra della media stagionale quinquennale.
Sarà così anche in futuro o si tratta di un’eccezione? Con l’introduzione del price cap, i cittadini europei, dunque anche gli italiani, riceveranno davvero bollette meno care?
Sugli effetti del tetto al prezzo del gas, le prime valutazioni degli esperti sono, in realtà, molto prudenti. Alcuni pensano che la misura non avrà, alla fine, l’effetto di abbassare le bollette e che cambierà poco o nulla per le tasche degli utenti nel 2023.
Stefano Besseghini, presidente dell’Arera (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), intervistato da Repubblica, ritiene che, al momento, “possano influire molto di più le condizioni del meteo” sull’abbassamento delle bollette.
“I prezzi prima delle decisioni della Ue stavano iniziando a salire perché era arrivato il freddo. Ma ora le previsioni sono buone e le temperature ci aiutano a consumare di meno“, ha spiegato Besseghini.
“Bisognerà verificare la reazione del mercato. Capire se i fornitori vorranno rinegoziare le condizioni commerciali. Molti contratti sono indicizzati alla variazione dei prezzi sui mercati finanziari e, con il tetto, potrebbero pretendere un aumento visto che poi, in caso di rincari, non potranno andare oltre una certa cifra”, ha concluso il presidente dell’Arera.
La reazione di Mosca, perché Putin minaccia l’Europa
Come prevedibile, l’accordo Ue sul gas ha scatenato l’ira della Russia. Una prima reazione a caldo è arrivata dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, che considera il price cap “inaccettabile” e definisce l’intesa una “distorsione del mercato“, promettendo “una dura reazione” da parte di Mosca.
Dello stesso avviso il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente, Dmitry Medvedev: “È dettata non dalla logica economica, ma dall’odio zoologico della Russia, basato sulla tesi maniacale che i russi siano responsabili di tutto“, ha scritto via Telegram.
Il ministro dell’Energia russo Nikolaj Shulginov ha fatto sapere che una risposta arriverà dopo aver analizzato la situazione. “Esamineremo tutte le condizioni associate a tale decisione e prenderemo la nostra: è necessario calcolare tutte le condizioni – ha detto Shulginov – Penso che la misura sarà simile a quella che prenderemo per il tetto al petrolio“.
Il presidente Vladimir Putin ha infatti annunciato che a breve firmerà un decreto “con misure di risposta al price cap sul petrolio”. Il 5 dicembre scorso, Ue, G7 e Australia hanno raggiunto un accordo per limitare a 60 dollari al barile il prezzo massimo da pagare per il greggio di provenienza russa trasportato via mare, per limitare le fonti di finanziamento russo alla guerra in Ucraina dai colossali proventi degli idrocarburi.
Come annunciato dal vice primo ministro russo, Alexander Novak, intervistato dalla televisione di Stato Rossiya 24, Mosca è pronta a dirottare le sue forniture di gas dall’Europa verso altre aree del mondo, ovvero verso Asia-Pacifico, Africa e America Latina, e potrebbe tagliare del 5-7% la sua produzione di petrolio all’inizio del 2023, ovvero di 500mila-700mila barili al giorno.