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Telegram vietato in Ucraina per rischio spionaggio dalla Russia: bandito per militari e funzionari del governo

Dopo i dubbi sollevati dal Consiglio di sicurezza l'Ucraina ha vietato l'uso dell'app Telegram per il rischio di spionaggio russo, ma non a tutti

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

L’Ucraina ha vietato l’uso di Telegram su dispositivi ufficiali per timori di spionaggio da parte della Russia. Il Consiglio per la sicurezza nazionale e la difesa ha annunciato il divieto dopo che il capo dell’intelligence militare, Kyrylo Budanov, ha fornito prove del potenziale accesso russo ai messaggi sulla piattaforma. Telegram, usata ampiamente in Ucraina e Russia, ha negato di aver mai divulgato dati, affermando che le eventuali violazioni sono dovute a dispositivi compromessi.

Perché l’Ucraina ha vietato Telegram?

La decisione dell’Ucraina di vietare Telegram deriva dalla convinzione che la Russia possa intercettare conversazioni e monitorare gli utenti attraverso questa piattaforma, come confermato venerdì 20 settembre dal governo di Kiev.

Il Consiglio per la sicurezza nazionale e la difesa ha reso note queste nuove limitazioni dopo che Kyrylo Budanov, capo dell’intelligence militare ucraina (GUR), ha presentato prove concrete che dimostrano la capacità dei servizi segreti russi di spiare l’applicazione, secondo quanto affermato in un comunicato.


Lo stesso presidente ucraino Zelensky utilizza frequentemente Telegram per comunicazioni cruciali e aggiornamenti sul conflitto

Su quali dispositivi Telegram è vietato?

Il divieto dell’uso dell’app Telegram da parte dell’Ucraina non riguarda comunque i comuni cittadini, bensì i funzionari governativi, il personale militare e i lavoratori essenziali.

La restrizione inoltre riguarda i soli dispositivi utilizzati nell’esercizio della propria professione, escludendo quelli personali. Lo ha specificato Andriy Kovalenko, capo del centro del consiglio di sicurezza per contrastare la disinformazione.

I dubbi su Telegram e l’arresto di Durov

Ampiamente utilizzato sia in Ucraina che in Russia, Telegram è diventato nel tempo una risorsa cruciale per le informazioni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022. Tuttavia, i funzionari della sicurezza ucraini hanno sollevato più volte preoccupazioni riguardo al suo utilizzo durante il conflitto.

Recentemente, il fondatore di Telegram, Pavel Durov, è stato arrestato in Francia, dove è arrivato ad agosto, nell’ambito di un’indagine su reati legati alla pornografia infantile, al traffico di droga e alle frodi con l’app.

Nel comunicato del Consiglio di sicurezza, è stato affermato che Budanov ha presentato prove della capacità dei servizi russi di accedere ai messaggi su Telegram, inclusi quelli eliminati, e ai dati personali degli utenti.

“Ho sempre difeso e continuerò a difendere la libertà di espressione, ma la questione di Telegram riguarda la sicurezza nazionale, non la libertà di parola,” ha dichiarato Budanov.

La replica di Telegram

“Mai fornito dati di messaggistica a nessun paese, inclusa la Russia” è stato replicato da Telegram in un comunicato ufficiale. “I messaggi cancellati vengono cancellati per sempre e sono tecnicamente impossibili da recuperare” viene chiarito.

Nella nota viene specificato inoltre che i cosiddetti “messaggi trapelati” sarebbero figli di “un dispositivo compromesso, sia attraverso la confisca che il malware”.

Il presidente Volodymyr Zelensky, insieme ai suoi comandanti militari e funzionari locali, a oggi ha sempre condiviso attraverso Telegram aggiornamenti sulla guerra, comunicando sull’app anche decisioni cruciali.

Secondo le stime dei media ucraini, circa il 75% della popolazione ucraina utilizza questa applicazione per comunicare, e si è rilevato che il 72% degli utenti la considera una fonte fondamentale di informazioni.

Fonte foto: ANSA

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