Strage di Nuoro, l'appello della nonna del 14enne sopravvissuto: "Smettete di commentare sui motivi"
La nonna del 14enne sopravvissuto alla strage di Nuoro rompe il silenzio e chiede rispetto sui social. Ecco l'appello su Facebook
È ancora nell’aria, il frastuono dei colpi di pistola esplosi da Roberto Gleboni la mattina di mercoledì 25 settembre a Nuoro, quando ha tentato di eliminare l’intera famiglia, una tentata strage che ha paralizzato l’Italia. Nel frattempo si rincorrono le notizie sulle dichiarazioni – poche, comprensibilmente – rese dal 14enne sopravvissuto alla mattanza. Sui social i commenti si sprecano: sedicenti esperti di rapporti famigliari, opinioni non richieste e soprattutto ostentazioni di affetto che certamente non aiutano una famiglia dilaniata dalla tragedia. Per questo, a rompere il silenzio è stata la madre di Giusi Massetti, la prima vittima della furia di Gleboni. La donna è intervenuta sui social per chiedere maggior rispetto per il dramma ormai noto alle cronache.
- L'appello della madre di Giusi Massetti
- Le indiscrezioni sul 14enne sopravvissuto
- La strage di Nuoro
L’appello della madre di Giusi Massetti
“Vi chiedo un grande piacere”, così esordisce Carmela Capelli, la madre di Giuseppina Massetti, in un post pubblicato sul suo profilo Facebook domenica 29 settembre. Sono le ore in cui si attendono i risultati delle autopsie condotte sui corpi delle vittime dall’ospedale Brotzu di Cagliari.
Sono anche le prime ore dopo le indiscrezioni sulle dichiarazioni del nipotino di 14 anni, ascoltato per tre ore in audizione protetta all’ospedale San Francesco, dove si trova ricoverato per le ferite riportate.
“So che ci siete tutti vicini e vi ringrazio tanto di cuore, ma vi chiedo un grande piacere: smettete di postare foto e commentare su motivi e altro di questa terribile tragedia”, scrive Carmela Capelli. Oggi la nonna del 14enne sopravvissuto è “una mamma distrutta” con “un nipote da tutelare e proteggere”.
Per questo motivo sottolinea che ciò che viene detto su Facebook non è d’aiuto, quindi invita chiunque a “vivere privatamente” il proprio dolore, senza “fare la gara per dimostrare” chi amava di più sua figlia Giuseppina. Infine, Carmela Capelli chiede che questo suo desiderio venga condiviso, affinché la sua preghiera arrivi a tutti.
Le indiscrezioni sul 14enne sopravvissuto
Nel pomeriggio di venerdì 27 settembre il ragazzino, dopo essersi sottoposto a un intervento chirurgico alla mandibola, è stato ascoltato presso il reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale San Francesco di Nuoro. Oltre alle forze dell’ordine, erano presenti uno psicologo e il tutore legale Antonio Cualbu, entrambi nominati dalla Procura dei Minori.
Il ragazzo ha raccontato che la sera prima della strage – parliamo, dunque, di martedì 24 ottobre – in casa non ci sarebbero state tensioni. L’indomani mattina, però, il 14enne è stato svegliato dalle urla provenienti dalla camera dei genitori. Uscito dalla sua stanza, si è accorto del pericolo e si è rinchiuso nella cameretta che condivideva con il fratellino Francesco, di appena 10 anni.
Fingendosi morto, il 14enne è scampato alla strage, riportando soltanto una ferita di striscio. Sarebbe stato lui ad aprire la porta ai carabinieri, spiegando loro che i suoi famigliari erano tutti morti. Mentre scriviamo, domenica 29 settembre, non ci sono indiscrezioni sulle condizioni di salute del sopravvissuto.
La strage di Nuoro
Mercoledì 25 settembre, intorno alle 6:30 della mattina, il 52enne Roberto Gleboni ha aperto il fuoco contro la sua famiglia. A cadere per prima è stata la moglie Giusi Massetti, 43 anni, poi è toccato alla figlia Martina Gleboni, 26 anni.
Dopo pochi secondi Gleboni si è accanito sui figli, colpendo a morte Francesco – deceduto poche ore dopo in ospedale – e ferendo il secondogenito di 14 anni. Quest’ultimo si è finto morto, poi è uscito di casa dopo essersi accertato che il padre non fosse più all’interno.
Roberto Gleboni ha ucciso anche il vicino Paolo Sanna, 69 anni, che in quel momento stava risalendo le scale dopo essere sceso nei sotterranei per riattivare il contatore del suo appartamento. L’uomo è deceduto alcune ore dopo nel reparto di rianimazione del nosocomio del capoluogo barbaricino.
Dopo aver quasi sterminato la sua famiglia, Gleboni ha raggiunto in macchina via Gonario Pinna, dove viveva la madre 84enne. In quel momento la donna stava facendo colazione. Il 52enne ha sparato contro l’anziana congiunta e l’ha ferita al collo, poi si è puntato la pistola alla tempia e si è tolto la vita. L’arma era una semiautomatica calibro 7.65, regolarmente detenuta per uso sportivo. Il movente che ha spinto l’uomo ad un gesto tanto estremo è ancora oggetto di indagini.