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Strage di Nuoro, il figlio 14enne sopravvissuto s'è finto morto per scampare alla furia del padre: il racconto

Il figlio 14enne sopravvissuto alla strage di Nuoro ha raccontato cos'è successo in quella folle mattinata. Poche frasi e la spiegazione di come si è salvato

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L’unico sopravvissuto alla strage di Nuoro, il figlio 14enne che ha visto sterminata dal padre la sua famiglia, è tornato su quegli istanti e ha raccontato ai carabinieri alcuni dettagli su quanto successo nella casa di via Ichnusa nella mattinata di mercoledì 25 settembre.

Strage di Nuoro, parla il figlio sopravvissuto

Poche frasi pronunciate dal ragazzo ai carabinieri, arrivati sulla porta della casa dove si era compiuto il plurimo omicidio, e ora trapelate.

Il 14enne aveva detto: “In casa urlavano tutti. Sono tutti morti”. E aveva rivelato di essersi salvato, fingendo di esserlo anche lui.

strage figlio nuoro 14enneFonte foto: ANSA

L’esterno del condominio di via Ichnusa a Nuoro dove si è avuta la carneficina

La testimonianza del 14enne

Era ferito in volto e sotto choc, è stato lui ad accompagnare i militari nelle camere dove sono stati rinvenuti i cadaveri della madre e della sorella.

Qui era presente anche il corpo del fratello minore – che credeva morto – e che è deceduto anche lui qualche ora dopo in ospedale.

Nei prossimi giorni il ragazzo 14enne sarà sentito formalmente come testimone.

Nuoro, chi e quante sono le vittime

Suo padre, Roberto Gleboni, operaio 52enne, ha ucciso la moglie Giusi Massetti, 43 anni, la figlia maggiore Martina, di 26, il figlio Francesco di 10, il vicino di casa Paolo Sanna, 69 anni e sparato alla madre Maria Esterina Riccardi, 84 anni, che resta in terapia intensiva.

Secondo l’ultima ricostruzione la follia omicida sarebbe avvenuta alle 6.30 del mattino. Tornato dal lavoro, l’uomo avrebbe litigato con la moglie e le avrebbe sparato con la pistola che usava al poligono, una calibro 7.65.

Quindi avrebbe colpito la figlia. L’unico a salvarsi, il 14enne, è stato solo sfiorato da una pallottola ed è stato sottoposto a un intervento per la rimozione di alcune schegge dalla mandibola.

Operaio uccide 4 persone e si toglie la vita: quale il movente?

Uscito di casa, Roberto Gleboni ha incrociato per caso Paolo Sanna e lo ha colpito al volto.

L’omicida si è quindi presentato a casa della madre, le ha sparato e, dopo aver rivolto l’arma contro di sé, si è tolto la vita.

Gli inquirenti stanno lavorando per trovare un movente che – ad ora – ancora non è chiaro. Nella casa di Nuoro non è stato trovato alcun biglietto o altre prove che possano dare una spiegazione all’accaduto.

A che punto sono le indagini

Le indagini proseguono e, come detto, avranno nuovi spunti dagli interrogatori cui saranno posti il 14enne e la nonna, ancora intubata ma non in pericolo di vita. Per il ragazzo è già partito l’iter per la richiesta di affido ai parenti.

La procura ha aperto un fascicolo senza indagati, ha sentito otto persone e disposto le autopsie. Si cercano moventi o dettagli utili agli inquirenti nei telefonini, computer e conti bancari della famiglia. La famiglia aveva venduto la casa in centro, ereditata dalla moglie dell’assassino, ed era andata a vivere in affitto in periferia. I rapporti con la famiglia della donna si erano interrotti da anni.

Per la giornata di sabato 28 settembre è stata organizzata alle 19 una fiaccolata per commemorare le vittime. Non ancora stati fissati i funerali, quando saranno celebrati sarà dichiarato il lutto cittadino.

strage-nuoro-figlio Fonte foto: IPA
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