Strage di Nuoro, il racconto del 14enne sopravvissuto "svegliato dalle urla": cosa è successo la sera prima
Dopo la strage di Nuoro, il primo racconto fornito dal 14enne scampato alla furia omicida del padre Roberto Gleboni: cos'ha detto
Breve, sofferto e confuso: il racconto del 14enne sopravvissuto alla strage di Nuoro si è ridotto a pochi aneddoti, i primi raccolti dagli inquirenti dopo la mattanza compiuta da Roberto Gleboni la mattina di mercoledì 25, iniziata in via Ichnusa e conclusa in via Gonario Pinna, dove il 52enne si è tolto la vita. In pochissimi minuti il ragazzino ha visto i suoi familiari crollare sotto i colpi della semiautomatica calibro 7.65, con il grilletto premuto da suo padre. Dopo un intervento cui è stato sottoposto presso il reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale San Francesco di Nuoro, il 14enne è stato ascoltato dagli inquirenti in presenza di uno psicologo e un tutore legale mandato dalla Procura. Ha raccontato, quindi, le ultime ore di vita della sua casa.
- Il racconto del 14enne
- In corso le autopsie sulle vittime
- Le ipotesi sul movente della strage di Nuoro
Il racconto del 14enne
Come riporta Il Fatto Quotidiano, nel pomeriggio di venerdì 27 settembre il 14enne è stato ascoltato dagli inquirenti. Oltre agli investigatori, in audizione protetta, erano presenti anche uno psicologo e l’avvocato Antonio Cualbu, tutore legale nominato dal Tribunale dei Minori.
Il racconto del ragazzino è stato breve. “La sera prima eravamo tranquilli“, ha detto, facendo notare che prima della strage non vi fossero segnali premonitori di ciò che sarebbe accaduto intorno alle 7 del mattino del giorno dopo.
I fiori all’esterno della palazzina di via Ichnusa dove è iniziata la strage di Nuoro. Il racconto del 14enne: “La sera prima eravamo tranquilli”
“Non c’era stato nessun problema”, ha aggiunto il 14enne. La notte è dunque passata tranquilla, poi improvvisamente il caos. “La mattina però sono state le urla a svegliarmi. In casa gridavano tutti“, ha raccontato il giovane agli inquirenti.
Attirato dagli spari, il ragazzino si è precipitato fuori dalla sua camera per capire cosa stesse succedendo, ma quando ha visto sua madre e sua sorella dilaniate dai colpi è ritornato nella sua cameretta, dove si è finto morto mentre, accanto a lui, agonizzava il fratello minore Francesco. L’audizione in ospedale, infine, è stata interrotta. Come riporta L’Unione Sarda lo stato emotivo e di salute del 14enne hanno rimandato gli altri approfondimenti a data da destinarsi.
In corso le autopsie sulle vittime
La mattina di sabato 28 settembre presso l’ospedale Brotzu di Cagliari sono iniziate le autopsie sui corpi di Roberto Gleboni, sua moglie Giuseppina Massetti e sua figlia Martina Gleboni.
Le altre vittime della furia omicida del 52enne sono il già citato figlio minore, Francesco Gleboni – morto durante il ricovero all’ospedale – e Paolo Sanna, 69 anni, vicino di casa dell’omicida-suicida. I loro corpi potrebbero essere esaminati entro la giornata di domenica 29 settembre. Lo riporta Ansa.
Le ipotesi sul movente della strage di Nuoro
Le indagini sul movente che ha portato Roberto Gleboni ad aprire il fuoco contro moglie, figli, il vicino e la madre Maria Esterina Riccardi sono ancora in corso. Va ancora chiarito se Gleboni e sua moglie fossero in procinto di separarsi, un’ipotesi che da più fonti verrebbe smentita.
L’altra ipotesi, riportata da L’Unione Sarda, è quella dei problemi economici. Secondo il quotidiano locale, recentemente la famiglia di Giusi Massetti aveva venduto una casa ereditata dalla donna per poi scegliere di andare a vivere in affitto. Per questo motivo gli inquirenti stanno passando al setaccio le cartelle cliniche e lo stato patrimoniale della famiglia Gleboni.