Sovranità alimentare: cos'è, cosa significa e perché il ministero delle Politiche agricole ha cambiato nome
Si parla molto di "sovranità alimentare" dopo la formazione del nuovo governo Meloni: cos'è, cosa significa e quali obiettivi si pone il ministero
Con la formazione del governo sotto la guida del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alcuni ministeri hanno assunto delle nuove denominazioni, alcune delle quali hanno suscitato qualche domanda. È il caso, ad esempio, del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, il cui titolare è Francesco Lollobrigida, che è andato a sostituire il vecchio ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.
Ma cos’è la “sovranità alimentare” e cosa significa? Perché il nuovo governo ha optato per questa denominazione? Possiamo formulare due risposte, una breve e una lunga, che ci portano a capire la natura di questo dicastero.
- Cos'è la "sovranità alimentare"
- "Sovranità" non è sinonimo di "sovranismo"
- Come e quando è nato il concetto di "sovranità alimentare"
- Anche la Francia ha il suo ministero dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare
- Le parole del ministro Lollobrigida
Cos’è la “sovranità alimentare”
La risposta breve è che per “sovranità alimentare” si intende un insieme di politiche riguardanti la gestione delle risorse alimentari: si pone l’obiettivo di tutelare la piccola e media produzione, valorizzando i prodotti del territorio e la biodiversità, e di contrastare quindi il capitalismo più sfrenato.
“Sovranità” non è sinonimo di “sovranismo”
Non è un concetto di recente invenzione, né tantomeno si devono le sue origini a Giorgia Meloni o a Francesco Lollobrigida. Sui social network in molti hanno scherzato sulle affinità tra “sovranità alimentare” e sovranismo, ma in realtà si tratta di due concetti molto diversi.
Tanto per cominciare, il concetto di “sovranità alimentare” non è di natura politica come il sovranismo. La differenza lessicale tra le due parole, infatti, non è casuale.
Come e quando è nato il concetto di “sovranità alimentare”
Inoltre, è importante sottolineare che la prima volta che si è parlato di “sovranità alimentare” è stata nel 1996, quando Via Campesina – un’organizzazione internazionale di lavoratori agricoli – la usò per contrapporsi al processo di globalizzazione delle imprese in tema di prodotti alimentari.
L’espressione entrava in aperto contrasto con il programma sul commercio alimentare e agricolo proposto dall’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), ponendo enfasi sul legame tra alimentazione, agricoltura, sostenibilità.
Si tratta quindi di un concetto per certi versi assimilabile più alle politiche di sinistra che di destra, come ha fatto notare Carlo Petrini, presidente di Slow Food, al Corriere della Sera. Petrini ha fatto notare che “non vuol dire chiudere agli altri, ma seminare e produrre tutto ciò che può produrre un Paese”.
Inoltre, non bisogna interpretare il concetto “in chiave autarchica e anti europeista” poiché sarebbe in errore, in quanto “l’Europa su questo concetto ha realizzato le denominazioni di origine protetta”.
Anche la Francia ha il suo ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare
L’Italia non è la prima nazione in Europa a ricorrere al ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare: anche la Francia, il cui governo con Macron non è animato da un orientamento di estrema destra, ha il suo ministère de l’Agriculture et de la Souveraineté alimentaire.
Le parole del ministro Lollobrigida
Il ministro Francesco Lollobrigida, entrando a Montecitorio per il discorso del presidente Giorgia Meloni alla Camera, ha dichiarato all’Agenzia Vista: “Ci sono tante criticità, il primo obiettivo era quello di rimettere l’agricoltura al centro del dibattito ed è in qualche modo riuscito. Adesso bisogna passare ai fatti, è un ragionamento che ci impegna in Europa perché le competenze europee sull’agricoltura sono tante”.
“Per farlo bisogna avere strutture adeguate, rappresentanza ed essere trasversali tra le forze politiche nell’interesse nazionale, quello che noi vogliamo fare per avere argomenti comuni da trattare al di fuori dei confini”, ha concluso il ministro, che nei giorni successivi al conferimento della carica ha sollevato non poche polemiche.