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CRONACA NERA

Sicilia, frode internazionale sui carburanti: sequestri per 25 milioni di euro, scoperti due gruppi criminali

Individuati due gruppi criminali che commercializzavano prodotti petroliferi illegalmente introdotti in Italia: sequestri per 25 milioni di euro

Pubblicato:

Roberto Vivaldelli

GIORNALISTA

Giornalista professionista esperto di relazioni internazionali e geopolitica, scrive anche di attualità, cultura ed economia. Collaboratore di diverse testate nazionali, ha scritto due libri e curato la pubblicazione in italiano di un saggio del politologo statunitense John J. Mearhseimer.

La Guardia di Finanza ha individuato due gruppi criminali che vendevano prodotti petroliferi illegalmente introdotti in Italia, per la successiva vendita a basso costo, in evasione dell’Iva e delle accise, oltre a gasolio per uso agricolo e miscele non autorizzate.

L’indagine

I due gruppi criminali sono stati individuati grazie all’inchiesta portata avanti dalla Guardia di finanza di Catania e del Gruppo operativo regionale anti frode.

L’indagine, secondo quanto riportato dall’agenzia Agi, è stata coordinata dalla procura europea di Palermo e affidata ai finanzieri di Catania e ai funzionari dell’Agenzia delle accise, delle dogane e dei monopoli della Dt VII Sicilia.

Sequestri per 25 milioni di euro

Nell’ambito dell’operazione, denominata “Black blend” sono state eseguite, nelle province di Catania, Palermo, Enna, Catanzaro e Reggio Calabria, misure cautelari per un valore di circa 25 milioni di euro.

Nel mirino della finanza sono finite 8 società e 2 ditte individuali.

13 indagati

Sono 13 le persone indagate nell’ambito dell’indagine sulla frode internazionale di carburanti che ha portato a sequestri milionari in Sicilia e Calabria.

L’Inchiesta della Guardia di Finanza di Catania

Gli indagati sono ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa su prodotti energetici.

Accuse anche di infedele dichiarazione dei redditi, emissione di fatture per operazioni inesistenti e omessa dichiarazione dei redditi al fine di evadere l’imposta sul valore aggiunto.

Fonte foto: 123RF

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