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Sfregiata targa di Tina Anselmi con una svastica di vernice nera a Torino: rabbia contro i vandali in città

A Torino è stata sfregiata dai vandali una targa commemorativa di Tina Anselmi, partigiana e prima donna a ricoprire la carica di ministro in Italia

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Mirko Ledda

EDITOR E FACT CHECKER

Scrive sul web da 15 anni, muovendo i primi passi come ghost writer e facendo attività di debunking delle notizie false. Si occupa principalmente di pop economy, con particolare attenzione ai temi legati alla tecnologia e al mondo digitale, all'industria alimentare e alla sanità.

Una svastica di vernice nera è stata disegnata su una targa commemorativa intitolata a Tina Anselmi, partigiana e prima donna a capo di un ministero nella Repubblica Italiana. È successo a Torino, in via San Marino, nel giardino che porta il nome della deputata che fece la Resistenza.

Le istituzioni contro i malintenzionati che hanno sfregiato la targa

La vicesindaca torinese Michela Favaro, condividendo la foto della targa con sopra la lapide, ha parlato su Facebook di “un gesto vile” che lede la memoria e il ricordo di Tina Anselmi.

“Il 22 aprile abbiamo intitolato a lei il giardino a Mirafiori Nord. Grazie a persone come lei l’Italia è un Paese libero, e su questi valori e principi dobbiamo vigilare quotidianamente”, ha sottolineato.

Luca Rolandi, presidente della Circoscrizione 2, dove si trova l’area verde dedicata a Tina Anselmi, ha dichiarato, ai microfoni dell’Ansa che “bisgogna essere dei vigliacchi e degli ignoranti” per “imbrattare con il simbolo del male assoluto la targa”.

Intitolata a una “donna mite e coraggiosa“, scomparsa nel 2016. La targa è stata posata lo scorso aprile, in presenza della vicesindaca Michela Favaro, della presidente del consiglio comunale Maria Grazia Grippo e di Valentina Magrin, nipote di Tina Anselmi.

Chi era Tina Anselmi: partigiana, insegnante e sindacalista

Tina Anselmi nacque a Castelfranco Veneto il 25 marzo 1927. A 17 anni assistette all’impiccagione da parte dei nazifascisti di 31 prigionieri catturati durante un rastrellamento sul Grappa.

Dopo questo episodio decise di entrare nella Resistenza. Divenne staffetta partigiana della brigata Cesare Battisti con il nome di Gabriella, ispirato all’arcangelo Gabriele.

Nel dicembre del 1944 si iscrisse alla Democrazia Cristiana e nei giorni della Liberazione fu tra i responsabili delle trattative tenutesi nella sede del comando tedesco per evitare altre vittime e ritorsioni.

Nel 1948 si laureò in Lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, diventando poi insegnante delle scuole elementari. Nel Dopoguerra affiancò all’impegno politico quello sindacale. Prima con la Cgil e poi, dalla sua fondazione, con la Cisl.

La carriera politica di Tina Anselmi, la prima ministra in Italia

Nel 1959 entrò nel consiglio nazionale della Democrazia Cristiana. Fu deputata dal 1968 al 1992. Durante il suo mandato parlamentare partecipò a diverse commissioni.

Nel 1976 ricoprì la carica di ministra del Lavoro e della previdenza sociale, diventando così la prima donna a capo di un dicastero in Italia. Fu anche ministra della Sanità dal 1978 al 1979.

Tina Anselmi considerata una “madre della Repubblica“, e il suo nome fu proposto nel 1992 e nel 2006 per ricoprire il ruolo di capo di Stato al Viminale.

Nonostante la fede cattolica, improntò il suo impegno politico sulla laicità. Firmando, da ministra, la legge 194 sull’aborto. Fu tra i firmatari della legge che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale e si deve a lei la prima legge sulle pari opportunità in Italia.

Fonte foto: Twitter

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