Scissione M5S, ultime notizie: chi sta con Conte e chi con Grillo
Quante sono le possibilità di una riconciliazione, cosa fanno Di Maio e Fico. Scissione M5S, ultime notizie: chi sta con Grillo e chi con Conte
C’è aria di resa dei conti nel Movimento Cinque Stelle. A fronteggiarsi il co-fondatore e garante Beppe Grillo e l’ex premier, espresso dai pentastellati nei due precedenti governi, Giuseppe Conte. Il pomo della discordia ormai è noto: si tratta del chiacchieratissimo statuto, per il momento ancora non pubblico, con cui il due volte presidente del Consiglio starebbe tentando di rifondare un partito che, in Parlamento, detiene la maggioranza relativa. E che, insieme a Pd, Lega, Italia dei Valori e altri gruppi più piccoli, sostiene l’esecutivo di Mario Draghi.
La geografia parlamentare non è una questione secondaria in questa partita, perché, se scissione sarà, è molto probabile che il terremoto in casa Cinque Stelle farà scricchiolare anche Palazzo Chigi, ma soprattutto cambierà le carte in tavola con il Partito Democratico, che stava tentando un complesso percorso di riavvicinamento agli ex rivali a partire proprio dalle prossime elezioni amministrative.
Ma il proverbiale “oste” con cui fare i conti è pur sempre il futuro ravvicinato del partito nato anti-sistema e al governo ormai da più di tre anni. Tra i due big sono volati stracci: dopo il botta e risposta di fine giugno, culminato nella conferenza stampa di Conte e nella dura risposta del comico (“non ha visione politica”, ha detto il fondatore, parlando dell’ex premier), che margini di riconciliazione ancora ci sono? E quali aspetti, invece, farebbero propendere per una scissione?
Ecco tutto quel che c’è da sapere per capire bene cosa sta succedendo nel Movimento Cinque Stelle: passando per chi, tra gli esponenti pentastellati, sta con Conte, e chi invece con Grillo.
Movimento Cinque Stelle, è possibile una riconciliazione?
Una riconciliazione è, secondo gli osservatori, l’ipotesi meno plausibile. Troppo duri sono stati gli attacchi del garante e dell’ex capo di governo. L’opinione più accreditata rimane quella di aver scavato una trincea troppo profonda, che non potrebbe essere riempita neanche dall’intermediazione del ministro degli Esteri Luigi di Maio e del presidente della Camera Roberto Fico, i due nomi di maggior peso in area Cinque Stelle. Fico e Di Maio lavorano proprio a una pacificazione, ma il primo viene considerato molto vicino allo spirito originale del partito, mentre alcuni retroscena vedrebbero entrambi, al netto di una predilezione per l’unità, maggiormente propensi a restare con Grillo.
Lavora in senso contrario alla scissione anche il “tesoretto” di ministri, sottosegretari e amministratori locali in mano al M5S e che, in caso di separazione, dovrebbero essere suddivisi con la neonata formazione di Conte. Deputati e senatori hanno dato mandato ai capigruppo di arrangiare un ultimo incontro tra i due elementi di spicco entrati in rotta: sia Grillo che Conte hanno fatto sapere di essere disponibili a vedersi per (forse) l’ultima volta, ma, per i commentatori che osservano da vicino i movimenti dei pentastellati, le possibilità di un nulla di fatto sarebbero ampiamente predominanti.
Lite Conte-Grillo, quante possibilità esistono che si arrivi alla scissione
Sui numeri, come è facilmente comprensibile considerato il quadro politico in continua evoluzione, regna l’incertezza. Naturalmente la dimensione del gruppo di “fedelissimi”, pronti a seguire Conte nei ranghi di un nuovo partito, potrebbe influenzare le scelte del fu presidente del Consiglio. Secondo La Repubblica, con Grillo starebbero 60 deputati, più di quelli che invece sarebbero pronti a seguire Conte, cioè 50. Ma al Senato, dove i fedeli pesano di più, dati i rapporti di forza tra i gruppi nell’emiciclo di Palazzo Madama, Conte potrebbe godere del supporto di 40 eletti contro i soli 25 di Grillo.
Altri numeri sono poi quelli dei sondaggi, che danno il partito di Conte in una forchetta compresa tra il 10 e il 15%. Una stima che acquista maggior importanza se la si confronta con il 7% del Movimento Cinque Stelle senza l’avvocato pugliese. Secondo l’opinione degli eletti, lavora a favore di una rottura anche la mossa, dichiarata dal fedelissimo di Conte Vito Crimi di tenere su SkyVote, la nuova piattaforma dei Cinque Stelle, la votazione per il nuovo comitato direttivo. La stessa cosa, ma su Rousseau è tra le mosse di Grillo per il ritorno alle origini del M5S. Contro la decisione del reggente Crimi, inoltre, si annunciano già i ricorsi di chi sostiene che non esista altra alternativa al sito web di Davide Casaleggio. In ogni caso, dopo la mossa del reggente, le candidature devono essere presentate sul nuovo blog Movimento5stelle.eu e non più sul ‘Blog delle Stelle’.
Duello Conte-Grillo: chi sta con Grillo
Il fondatore può contare sul capogruppo alla Camera Davide Crippa; Carla Ruocco; la ministra delle Politiche Giovanili Fabiana Dadone; la viceministra dell’Economia Laura Castelli e Vincenzo Spatafora. Quando si parla di comitato direttivo per il ritorno alle origini, a drizzare le orecchie sono soprattutto i fuoriusciti Danilo Toninelli, ex ministro dei Trasporti, e Dino Giarrusso, eurodeputato ed ex “Iena”.
Scontro Conte-Grillo: chi sta con Conte
Vicini a Conte sono il reggente Vito Crimi e il ministro per le Politiche Agricole Stefano Patuanelli. A questi due nomi di peso si aggiungono Paola Taverna, vice presidente del Senato, e Lucia Azzolina, contestata ministra dell’Istruzione nel Conte II. Nel fronte compare anche il nome di Giancarlo Cancellieri, attuale sottosegretario alle Infrastrutture e alla Mobilità Sostenibile.
Caos M5S, cosa fanno Di Maio e Fico
Ci sono poi i parlamentari nel “limbo”, coloro che ancora non hanno manifestato la loro adesione a nessuno dei due leader in conflitto. Si tratta, d’altra parte, dei nomi di maggior rilievo all’interno dei Cinque Stelle. E che al momento lavorerebbero per una mediazione: si tratta di Di Maio e Fico (ieri Di Maio è stato a colloquio con Conte per un’ora, quindi ha incontrato il presidente della Camera). In una posizione intermedia, anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico d’Incà.
Capire la crisi, glossario Cinque Stelle: che cosa è SkyVote, chi è Nina Monti e qual è il ruolo di Vito Crimi
SkyVote, sviluppata dall’italiana Multicast, è la piattaforma di voto elettronico che, nella visione di Vito Crimi e Giuseppe Conte, dovrebbe sostituire Rousseau nella funzione che permette agli iscritti di poter determinare la linea politica del Movimento, tramite il voto online. A SkyVote ci si è arrivati dopo un duro scontro con Davide Casaleggio, al termine del quale il figlio ed erede del co-fondatore Roberto ha dovuto consegnare al Movimento i dati degli iscritti. La partita è tuttavia aperta: se il portavoce ha comunicato, con una mail a Beppe Grillo, di aver avviato questa mattina tutti gli adempimenti preliminari allo svolgimento delle votazioni per il comitato direttivo su SkyVote, c’è chi, tra i fedelissimi del comico, si tiene pronto a fare ricorso contro una procedura considerata illegittima.
Vito Crimi ha assunto il ruolo di capo politico ad interim del M5S dopo le dimissioni di Luigi Di Maio. Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’editoria nel Conte I e viceministro dell’Interno nel Conte II, è considerato tra i più vicini all’ex premier.
Nina Monti è una cantautrice originaria di Roma, figlia di Maurizio Monti, che ha scritto per Patty Pravo “Pazza Idea”, “Per una bambola” e “Come un Pierrot”. Se ne è parlato dopo la sua nomina alla guida dell’ufficio di comunicazione dei pentastellati, una mossa che molti leggono come un tentativo di allontanamento di Rocco Casalino (che adesso rischierebbe il posto), considerato troppo vicino all’ex premier. Alcuni pentastellati parlano della Monti come della “Casalina di Beppe”.