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Sciopero scuola venerdì 15 novembre, si fermano insegnanti e personale ATA: le richieste al ministro Valditara

I motivi della protesta e le richieste al ministro Giuseppe Valditara per lo sciopero della scuola organizzato per la giornata di venerdì 15 novembre

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Nella giornata di venerdì 15 novembre è previsto un nuovo sciopero della scuola. Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha diffuso un avviso sulla mobilitazione di insegnanti e personale ATA e Anief ha messo nero su bianco le sue richieste al ministro Giuseppe Valditara.

L’avviso del ministero sullo sciopero della scuola di venerdì 15 novembre

Nell’avviso di sciopero pubblicato dal ministero dell’Istruzione e del Merito si legge: “Si comunica che, per l’intera giornata del 15 novembre 2024, è previsto uno sciopero del personale docente, ATA e educativo delle istituzioni scolastiche e educative, assunto a tempo determinato e indeterminato, proclamato da ANIEF”.

Nel comunicato si legge inoltre: “Per la medesima data è stato proclamato da ADL Cobas e Rete di azione unitaria per l’inclusione – RUI uno sciopero generale regionale del personale del Comparto Istruzione e Ricerca della Lombardia”.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Sciopero della scuola 15 novembre: i motivi della protesta

In una nota pubblicata da Anief, il presidente nazionale Marcello Pacifico ha spiegato i motivi dello sciopero della scuola organizzato per venerdì 15 novembre.

Le parole di Pacifico: “La nostra organizzazione sindacale ha proclamato lo sciopero generale del personale docente e ATA il 15 novembre per favorire la partecipazione alla giornata di protesta che vuole denunciare l’alto tasso di precarietà subìto dal personale scolastico Italiano, il continuo abuso dei contratti a termine, la perdurante discriminazione giuridica ed economica tra personale di ruolo e precario, l’irragionevole gestione del reclutamento così come concordata dal precedente Governo con lo stesso PNRR”.

“Allo stesso modo – ha spiegato ancora Marcello Pacifico – siamo solidali con tutti i precari con più di 36 mesi di servizio e gli idonei dell’ultimo concorso PNRR, come delle procedure precedenti, che rimangono ingiustamente esclusi delle stabilizzazioni”.

Sciopero della scuola 15 novembre: le richieste a Valditara

Nella medesima nota, Anief ha anche reso note le sue richieste al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

A tal proposito, all’interno del comunicato si legge: “Il sindacato sostiene che bisogna stabilizzare gli idonei dei precedenti concorsi come quelli dell’ultimo concorso PNRR per non disperdere risorse già selezionate dallo Stato e stabilizzare con il doppio canale anche i precari delle GaE e delle GPS, nella garanzia del rispetto del merito per non disperdere l’esperienza dimostrata in anni di sevizio”.

La nota prosegue così: “Anief ritiene, inoltre, che, come si è visto dalla gestione dell’ultimo concorso PNRR, è assurdo non riconoscere il diritto degli idonei a non essere assunti in ruolo o riconosciuti abilitati, come è assurdo rispetto a 400 mila precari con più di tre anni di servizio continuare a chiamarli per le supplenze spesso con contratti in scadenza 30 giugno, per pagargli lo stesso stipendio senza avanzamento di carriera e risparmiare le mensilità estive, minando la continuità didattica”.

 

Fonte foto: ANSA

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