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Sciopero dei giornalisti di Repubblica contro John Elkann e il direttore Molinari: la denuncia della redazione

Due giorni di sciopero dei giornalisti di Repubblica contro l'editore John Elkann e il direttore Maurizio Molinari: il motivo

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Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Due giorni di sciopero a Repubblica, bloccate le uscite del 26 e del 27 settembre e sito non aggiornato. Lo ha deciso l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti del quotidiano per protestare contro le “gravi ingerenze” nell’attività giornalistica da parte della proprietà Exor. Nella nota sindacale i giornalisti attaccano il direttore Maurizio Molinari e chiamano in causa l’editore, John Elkann.

Sciopero dei giornalisti di Repubblica

“Il sito di Repubblica non sarà aggiornato fino alle ore 23.59 del 26/9 causa sciopero”. Così si legge sulla home page del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari a causa di uno sciopero di due giorni indetto dalle giornaliste e dai giornalisti di Repubblica.

Uno stop che arriva durante l’evento Italian Tech Week che si tiene a Torino dal 25 al 27 settembre, una tre giorni di interviste, incontri e approfondimenti promossa da Exor e di cui i quotidiani del gruppo, Repubblica e La Stampa, sono media partner.

Lo sciopero di due giorni è stato indetto dal comitato di redazione e approvato a larga maggioranza dall’assemblea dei giornalisti dopo una lunga discussione.

Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, la mozione è stata approvata con 230 sì, 33 no e 15 astenuti.

La nota sindacale sul sito

In una nota sindacale pubblicata sul sito e firmata dal Comitato di redazione di Gedi Visual si legge che lo sciopero è stato deciso per “protestare contro le gravi ingerenze nell’attività giornalistica da parte dell’editore, delle aziende a lui riconducibili e di altri soggetti privati avvenuti in occasione dell’evento Italian Tech Week”.

“Da tempo – scrivono i giornalisti di Repubblica – denunciamo i tentativi di piegare colleghe e colleghi a pratiche lontane da una corretta deontologia e dall’osservanza del contratto nazionale”.

A scatenare le proteste proprio la quarta edizione dell’evento promosso da Exor. Secondo quanto riferisce Il Fatto Quotidiano, tutto il materiale prodotto per l’Italian Tech Week sarebbe stato venduto alle aziende che vi partecipano.

Il 25 settembre esce con il quotidiano un inserto speciale di 100 pagine dedicato all’Italian Tech Week con una serie di redazionali che non sarebbero indicati come tali e non distinti dagli articoli veri e propri.

L’attacco a Elkann e Molinari

Nella nota i giornalisti attaccano il direttore del quotidiano Maurizio Molinari: “La direzione ha il dovere di apportare ogni correttivo e presidio possibile per rafforzare le strutture di protezione della confezione giornalistica di tutti i contenuti di Repubblica, tema sul quale nei mesi scorsi è già stata votata una sfiducia all’attuale direttore”.

E chiamano in casa anche la proprietà nella figura di John Elkann: “Ci rivolgiamo anche all’editore – e non padrone – di Repubblica John Elkann affinché abbia profondo rispetto della nostra dignità di professionisti e del valore del nostro giornale, testata con una propria storia e identità che non può essere calpestata”.

“La democrazia che ogni giorno difendiamo sulle nostre pagine passa anche dal reciproco rispetto dei ruoli sul posto di lavoro”, scrivono.

La denuncia dei giornalisti contro i vertici

Nella tarda mattinata di mercoledì 25 settembre, il Comitato di redazione di Repubblica “denuncia pubblicamente il tentativo dei vertici della testata di aggirare lo sciopero in corso delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica. Si tratta di un gravissimo comportamento estraneo alla cultura del nostro giornale. Abbiamo allertato le associazioni di categoria affinché valutino l’apertura di un procedimento antisindacale. Con questo comportamento, l’azienda e la direzione sembrano gettare la maschera una volta per tutte”.

Fonte foto: ANSA

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