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Salvini e Conte ai ferri corti, il retroscena sulla flat tax

Al centro dello scontro i dettagli sulla flat tax proposta dalla Lega e i tempi di lavoro sulla manovra

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Acque agitate all’interno del governo, non solo per il caso Savoini, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte infastidito dalla scelta del vicepremier Matteo Salvini di incontrare al ministero dell’Interno le parti sociali per discutere della manovra economica e della riforma fiscale.

“Se qualcuno pensa che non solo si raccolgono istanze da parte delle parti sociali ma anticipa dettagli di quella che ritiene che debba essere la manovra economica, si entra sul terreno della scorrettezza istituzionale”, aveva detto Conte. Il premier non aveva gradito nemmeno la presenza dell’ex sottosegretario Armando Siri, indagato per corruzione: “Se si tratta di un vertice di partito, la presenza di Siri va bene. Se è un vertice di governo, la presenza di Siri non va bene”.

Il premier ha poi ricordato che “la manovra economica vien fatta qui” a Palazzo Chigi, “dal ministro dell’Economia e tutti gli altri ministri interessati. E i tempi li decide il presidente del Consiglio sentiti gli altri ministri, in primis il ministro dell’Economia. I tempi non li decidono altri”. L’irritazione di Conte arriva anche dal fatto che non ha mai visto il progetto di riforma fiscale illustrato dai leghisti ai sindacati.

Salvini ha voluto rassicurare Conte, spiegando che “Nessuno vuole sostituirsi all’esecutivo” e che l’obiettivo non è “portare via il lavoro ad altri, a Tria, a Conte o a Di Maio”, ma “la manovra prima si fa e meglio è”.

Ma secondo Conte sarebbe proprio Salvini a bloccare i lavori, mentre a parole dice di voler dettare i tempi: fonti di Palazzo Chigi hanno riferito al Corriere della Sera che da tre settimane il premier sta sollecitando la Lega a dare i nomi dei delegati che dovrebbero rappresentare la Lega stessa ai tavoli sulla manovra economica, ma il partito di Salvini non ha ancora indicato questi tecnici che dovrebbero scrivere materialmente le misure da inserire nella manovra.

Ad alimentare la tensione tra premier e vice anche le distanze sul Russiagate: Salvini finora si è difeso dicendo di non voler “più parlare di soldi che non ho mai visto né chiesto. Non commento le non notizie” e ha respinto tutti gli inviti delle opposizioni a riferire in Parlamento sulla presunta trattativa, registrata a Mosca, per far arrivare alla Lega fondi illeciti dalla Russia.

Dal canto suo il presidente del Consiglio ha ribadito la sua fiducia in Salvini, ma ha anche detto che il vicepremier dovrebbe riferire in Aula sul caso: “L’esecutivo deve trasparenza ai cittadini e quindi vanno sfruttate tutte le occasioni giuste per onorare questa linea guida”.

Fonte foto: Ansa

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