Matteo Salvini all'attacco sul caso Open Arms: "Processo politico imbarazzante, non ho paura e non patteggio"
Il ministro Matteo Salvini punta il dito contro la magistratura e la sinistra per il processo sul caso Open Arms e sottolinea: "Non patteggerò"
Matteo Salvini non ci sta e risponde a distanza alla magistratura sul processo sul caso Open Arms. Dopo aver appreso della richiesta di condanna a sei anni, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture va all’attacco definendo il processo "imbarazzante" e puntando il dito contro la sinistra e la magistratura che hanno politicizzato la situazione.
- Salvini e il processo "imbarazzante"
- La paura del carcere
- La possibilità del patteggiamento, la risposta di Salvini
- Un processo per attaccare il governo
- L'attacco alla sinistra
Salvini e il processo "imbarazzante"
Ospite di Quarta Repubblica, programma su Rete4 condotto da Nicola Porro, Salvini si è espresso senza freni, puntando il dito contro sinistra e magistratura. Ma non solo.
Ribadendo il fatto che il processo è politicizzato e definendolo "imbarazzante in quanto un processo non a Salvini ministro, ma all’Italia", il vicepremier ha sottolineato: "Se passasse l’aberrante concetto che non possono essere fermati gli sbarchi, tutti farebbero come vogliono".
"Tutti chiudono, noi invece dovremmo fare sbarcare tutti. Ho fatto il consigliere, il ministro, ho avuto responsabilità, ma mai avrei pensato di sentirmi imputato rischiando il carcere" ha detto.
La paura del carcere
Incalzato dalle domande di Nicola Porro, Salvini non si è detto preoccupato.
"Non ho paura e rifarei tutto, difenderei i confini e la legalità del Paese" le parole del ministro che ha aggiunto: "Mi è pesato, nelle ultime 48 ore, spiegare ai miei figli cosa stava succedendo. Nell’epoca dei social, con i figli, gli devi dire cosa succede. Papà non rischia di andare domani in carcere, ci sono tre gradi di giudizio e credo nella magistratura. Ma avere una richiesta di pena che nemmeno a uno stupratore…".
La possibilità del patteggiamento, la risposta di Salvini
A differenza di Giovanni Toti, che nelle ultime ore ha patteggiato nel caso che lo vedeva coinvolto in Liguria, Salvini non ha intenzione di mollare.
"Ritengo di aver difeso la sicurezza del mio Paese e aver mantenuto una promessa agli elettori. Avevo detto "votatemi e blocco gli sbarchi" e così ho fatto" ha detto.
E ha svelato: "Non patteggerò, andrò fino in Cassazione e non patteggio. Difendere i confini non è un reato".
Un processo per attaccare il governo
Più volte Salvini ha evidenziato che si tratta di "un processo politico con cui la sinistra vuole attaccare la destra, Salvini e il governo", con Porro che ha tentato di richiamare all’ordine il ministro dato che il processo riguarda azioni del Salvini politico nel governo Conte.
Eppure, senza muoversi oltre la propria posizione, il leader leghista ha continuato a incalzare: "Stanno provando in ogni maniera a mettere in difficoltà questo governo, quindi questo processo è politico e contro Salvini, la Lega e questo governo. Se mi condannassero ai 6 anni io finirei in carcere almeno per due anni, qualcuno a sinistra si deve vergognare".
L’attacco alla sinistra
E a proposito della volontà di politicizzare un processo per mettere in difficoltà il governo e la Lega, Salvini è andato all’attacco della sinistra.
"Non sono riusciti a battere me e la Lega alle urne, allora hanno deciso di portarmi in tribunale. Pd, 5 stelle, Renzi, hanno detto Salvini non riusciamo a farlo fuori alle elezioni perché la gente continua a votare Lega e centrodestra e allora proviamo a farlo fuori in tribunale. Per lo stesso reato, a Catania hanno detto che Salvini ha fatto il suo dovere".