Giovanni Toti patteggia dopo i reati di corruzione impropria e finanziamento illecito: la pena concordata
Giovanni Toti ha trovato un accordo di patteggiamento con la Procura di Genova: la pena di 2 anni e 1 mese sarà convertita in 1500 ore di lavori socialmente utili
Colpo di scena. Giovanni Toti, ex governatore della Liguria, ha trovato l’accordo con la Procura di Genova per il patteggiamento dopo le accuse di corruzione impropria e finanziamento illecito, che avevano portato alle sue dimissioni lo scorso maggio. La palla passa adesso al giudice per l’udienza preliminare (gup).
- Giovanni Toti e il patteggiamento: lavori socialmente utili
- Accordo con la Procura, parla l'avvocato di Toti
- Le parole di Toti
Giovanni Toti e il patteggiamento: lavori socialmente utili
La pena – 2 anni e 1 mese – sarà sostituita con 1500 ore di lavori socialmente utili. Lo riferisce l’Ansa.
Nell’accordo tra i pm e l’avvocato Stefano Savi è prevista anche l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la durata della pena.
Giovanni Toti, ex governatore della Liguria
All’ex governatore saranno confiscati anche 84.100 euro.
Accordo con la Procura, parla l’avvocato di Toti
Stefano Savi, avvocato di Giovanni Toti, ha riferito che la Procura ha riconosciuto come l’ex governatore non abbia “mai usufruito personalmente delle somme raccolte dal suo comitato politico, utilizzate solo per le attività politiche. Si riconosce anche che gli atti prodotti dalla pubblica amministrazione fossero totalmente legittimi, così come i versamenti sotto forma di contributi all’attività politica”.
In sostanza, sarebbero cadute le “accuse di corruzione e le altre ipotesi di reato” con l’esclusione della cosiddetta “corruzione impropria”, ovvero “per atti legittimi degli uffici”.
Le parole di Toti
Subito dopo sono arrivate le parole di Giovanni Toti, che si è detto da un lato amareggiato “di non perseguire fino in fondo le nostre ragioni di innocenza”, ma anche sollevato “di vederne riconoscere una buona parte”.
Sul reato di corruzione impropria, l’ex governatore sottolinea come sia “una accusa difficile da provare per la sua evanescenza, ma altrettanto difficile da smontare per le stesse ragioni”.
Adesso la palla passa al gup, che dovrà convocare un’udienza per validare l’accordo tra l’indagato e la Procura.