La reazione di Salvini dopo i sei anni di carcere chiesti nel processo Open Arms, Meloni lo difende
In un video pubblicato sui social Matteo Salvini si difende dalle accuse dopo la richiesta di condanna a 6 anni nel processo Open Arms
Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha affidato ad un video diffuso sui social la sua reazione alla condanna a sei anni di reclusione chiesta dalla procura di Palermo nel processo Open Arms. “Mi dichiaro colpevole di aver difeso l’Italia”, dice Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Dalla maggioranza di governo ovviamente arriva la solidarietà al leader leghista, a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
- Processo Open Arms, la reazione di Salvini alla richiesta della procura
- Meloni difende Salvini
- Le altre reazioni, da Schlein a Musk
Processo Open Arms, la reazione di Salvini alla richiesta della procura
“Mai nessun governo e mai nessun ministro nella storia è stato messo sotto accusa o processato per aver difeso i confini del proprio Paese”, dice Matteo Salvini in un video pubblicato sui suoi canali social.
Il video è stato pubblicato dopo la richiesta di condanna avanzata dalla procura nell’udienza del processo Open Arms che lo vede imputato. Salvini era assente in aula a Palermo.
“L’articolo 52 della Costituzione recita: la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Mi dichiaro colpevole di aver difeso l’Italia e gli italiani. Mi dichiaro colpevole di aver mantenuto la parola data”, sostiene il leghista.
Matteo Salvini è a processo a Palermo per aver impedito per 19 giorni lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti soccorsi in mare dalla nave della ong Open Arms nel 2019, quando era ministro dell’Interno.
Imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, nella giornata di oggi, sabato 14 settembre, la pm ha chiesto per il vicepremier una condanna a sei anni di reclusione.
Meloni difende Salvini
Dal governo Meloni e dalla maggioranza di centrodestra arrivano la solidarietà a Matteo Salvini e attacchi alla magistratura.
“È incredibile che un Ministro della Repubblica Italiana rischi 6 anni di carcere per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini della Nazione, così come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini”, ha commentato Giorgia Meloni su X.
“Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo. La mia totale solidarietà al Ministro Salvini”, aggiunge la presidente del Consiglio.
“Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, dichiara: “Salvini ha fatto il suo dovere di ministro. Sono convinto che c’è sempre un giudice che riconosce la correttezza del comportamento di un ministro, il cui compito è anche quello di difendere la legalità, e ritengo che Salvini l’abbia fatto”.
Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “Il rischio a una condanna a sei anni di carcere, per aver fatto fino in fondo il suo dovere nel contrasto all’immigrazione irregolare, è una evidente e macroscopica stortura e un’ingiustizia per lui e per il nostro Paese”.
Le altre reazioni, da Schlein a Musk
Tra le varie reazioni anche quelle del proprietario di X Elon Musk, che sul social dà del “pazzo” al pubblico ministero affermando che sarebbe lui “a dover andare in carcere per sei anni”.
La segretaria del Pd Elly Schlein non commenta il processo ma definisce “molto inopportuno” l’intervento della premier Meloni.
“Pensiamo che il potere esecutivo e quello giudiziario siano separati e autonomi. È un principio che si chiama separazioni dei poteri” ha detto Schlein.
“Quindi il rispetto istituzionale imporrebbe di non commentare processi aperti”, ha sottolineato.
“Salvini eviti di fare la vittima, perché i ministri della Repubblica devono essere irreprensibili nel rispettare le leggi nazionali e le norme internazionali”, dichiara il leader di Europa Verde Angelo Bonelli.
“Non si difendono i confini nazionali – spiega – tenendo prigioniere in mare aperto 147 persone, tra cui donne e bambini, violando tutte le convenzioni internazionali, a partire da quelle del mare e dei diritti umani”.