NOTIZIE
POLITICA

Salta la riforma pensioni del Governo Meloni: verso proroga di Quota 103, chi può lasciare il lavoro nel 2024

Rimandata la riforma pensioni, mancano le risorse per Quota 41. Analisi delle nuove direttive e requisiti per ritirarsi dal lavoro

Pubblicato:

Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

La riforma pensioni del Governo Meloni è rimandata: nel 2024, chi si ritira dal mondo del lavoro lo farà con i requisiti attuali. Le attuali soglie di età e contributi per la pensione in Italia rimarranno invariate: 67 anni per la pensione di vecchiaia o 42 anni e 10 mesi di contributi (41 per le donne) per la pensione anticipata. La Lega dovrà abbandonare l’idea di Quota 41 e cercherà di estendere Quota 103.

I requisiti per andare in pensione nel 2024

A partire dal prossimo gennaio, quindi, i parametri contributivi e di anzianità per accedere alla pensione non subiranno variazioni.

La discussa Quota 41 dovrà essere messa in sospeso, ma Quota 103 (62 anni e 41 contributi) potrebbe essere prorogata, insieme ad Ape Sociale e Opzione Donna depotenziata.


Il ministro Giorgetti ha parlato in conferenza da Rimini delle difficoltà di raggiungere tutti gli obiettivi con la prossima Legge di Bilancio

Forza Italia e la pensione da 1000 euro

Forza Italia si trova di fronte a sfide complesse nell’ambito previdenziale. L’obiettivo di raggiungere assegni minimi di mille euro risulta impegnativo, e l’attenzione si concentra sul mantenimento degli assegni di 600 euro per gli over 75.

Le risorse richieste per questi obiettivi sono ingenti, mettendo a dura prova le prospettive di cambiamento sostenute durante la campagna elettorale.

Giorgetti: “Non riusciremo a fare tutto”

Nel 2024 quindi il Governo Meloni dovrà operare scelte ponderate e strategiche che coinvolgono anche la riforma pensioni. Il ministro Giorgetti, al Meeting di Rimini, ha sottolineato la complessità dell’operazione e l’importanza di bilanciare le esigenze di crescita economica con la tutela dei redditi medio-bassi.

Le sfide demografiche non possono essere sottovalutate, come dimostra il tasso di denatalità, secondo il ministro, mentre la questione degli investimenti e delle spese correnti si presenta come un’urgenza per garantire la sostenibilità delle riforme.

Quota 103 e i suoi requisiti

L’approccio di Quota 103 rappresenta un nuovo paradigma nel panorama pensionistico. L’accesso alla pensione è possibile se la somma di età e contributi raggiunge il valore di 103.

La regola richiede almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi. Tuttavia, vengono poste restrizioni per scoraggiare la pensione precoce.

Non è consentito, infatti, cumulare la pensione con redditi da lavoro fino ai 67 anni, e l’assegno non può superare 5 volte il trattamento minimo Inps (attualmente 2.839,70 euro al mese).

Vincoli di Quota 103

L’accesso a Quota 103 richiede di maturare i requisiti nel corso dell’anno, sia in termini di contributi che di età. Allo stato attuale, questa opportunità è riservata a coloro che sono nati entro il 1961, ma potrebbero verificarsi modifiche in caso di proroga della misura.

La pensione viene ritardata rispetto alla data di maturazione dei requisiti, con finestre mobili a seconda del settore di lavoro.

Fonte foto: ANSA

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963