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Lavora 2 ore per 30 euro e l'Inps gli chiede indietro 15mila euro di pensione: 68enne costretto a pagare

La storia di Giuseppe che si è visto chiedere indietro la pensione di un anno per un lavoretto di 30 euro

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Lavora due ore e 20 minuti per un amico, l’Inps gli chiede indietro 15mila e 500 euro, vale a dire l’importo annuale della sua pensione. La vicenda riguarda Giuseppe, un uomo di 68 anni di Pordenone che mai avrebbe creduto che quell’aiuto dato gli sarebbe costato tanto.

Pensione decurtata di 180 euro al mese per anni

Secondo la legge, il 68enne non poteva svolgere quel lavoretto di poco più di due ore che gli è fruttato 30 euro. Anzi lo poteva fare ma al prezzo di un’annualità di pensione.

Così l’anziano ora rischia di vedere sfumare 15mila e 500 euro, riferiti all’anno 2020.  Una leggerezza fiscale che però per la legge e la burocrazia è tutt’altro che una leggerezza.

Inps, chiesti 15mila euro a un pensionato.Fonte foto: ANSA

E ora che succede? Da adesso, e per i prossimi dieci anni, l’uomo dovrà restituire all’Inps quanto previsto per legge, con una trattenuta di 180 euro al mese nel suo assegno di 1.088 euro.

La storia di Giuseppe

Giuseppe è andato in pensione nel 2019, dopo aver lavorato una vita nel commercio. Ha più di 42 anni di contributi versati e decide di lasciare la sua professione con la sottoscrizione della Quota 100 promossa dal ministro Matteo Salvini. Una finestra fiscale che, una volta sottoscritta, non gli avrebbe permesso di fare alcun lavoro per i successivi 5 anni.

A settembre del 2020, un conoscente chiede al 68enne di svolgere per lui un piccolo lavoretto: sistemare gli scaffali in un centro commerciale. Giuseppe gli risponde di non essere disponibile, proprio per il fatto di essere al corrente del rischio di perdere la pensione.

Qualcuno però lo mal consiglia. L’ufficio amministrazione del magazzino, secondo quanto ha spiegato La Repubblica, assicura a Giuseppe che quel tipo di lavoro lo può svolgere.

Il 68enne si fida, l’ufficio evidentemente si è sbagliato ed ecco che si arriva alla beffa: a fronte di un lavoretto di 30 euro, nel gennaio 2021 si vede arrivare a casa una raccomandata dall’Inps di Pordenone che richiede 15mila 500 euro.

Giuseppe si reca negli uffici dell’ente e chide spiegazioni. Gli impiegati gli dicono che purtroppo non c’è granché da fare: il lavoro non era previsto tra le eccezioni. Altrimenti detto deve pagare.

L’intervento dell’avvocato

Sulla pratica ora sta lavorando un avvocato che sta cercando di capire se c’è spazio a livello giuridico per sistemare la situazione.

inps-caso Fonte foto: ANSA
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