Rose Villain e la circolazione di foto deepfake di lei nuda, la sua denuncia: "Violenza a tutti gli effetti"
Rose Villain è stata vittima di diffusione di materiale intimo non consensuale. Si tratta di foto di nudo finte (deepfake) create con IA. È reato
Rose Villain ha denunciato attraverso i social la pubblicazione di materiale intimo non reale e non consensuale con il suo volto. Il fenomeno prende il nome di deepfake e nel caso della cantante il materiale su cui è stato apposto con l’Intelligenza artificiale il suo volto sono foto di nudo. Si tratta di “violenza a tutti gli effetti”, dice Rose Villain e ha ragione. La condivisione non consensuale di materiale intimo comprende anche deepfake. Per questo possedere e/o condividere tale materiale è reato.
- Il caso Rose Villain
- Che cos’è il deepfake
- Il reato di condivisione non consensuale
- Cosa fare in caso di diffusione non consensuale
Il caso Rose Villain
La cantante Rose Villain (che grazie ai social in tempi record ha ritrovato la sua moto) ha denunciato attraverso il suo profilo Instagram che è stata vittima di condivisione non consensuale di materiale intimo. Ha scritto che stano girando foto di lei nuda, che però sono fake (nello specifico sono deepfake).
“La cosa mi mette un grande disagio e mi fa sentire violata”, aggiunge l’artista, raccontandosi sui social. Infine ha fatto sapere che ha sporto denuncia e ricordato che è illegale e punibile con carcere chi crea, diffonde e condivide materiale di questo tipo.
Che cos’è il deepfake
Con deepfakje si intende una tecnica utilizzata per manipolare le immagini. Viene utilizzata un’intelligenza artificiale che sovrappone a immagini o video le foto di un’altra persona. Con questo strumento si vengono spesso a creare immagini e video di nudo o pornografici.
Il grande problema del deepfake è che con il tempo lo strumento si sta affinando e il prodotto generato sembra sempre più realistico. Le persone più colpite sono le donne (famose o meno famose) o i personaggi di spicco come i politici. Si tratta quindi di una tecnologia potenzialmente pericolosa se usata nella maniera scorretta, come nel caso di Rose Villain o di Taylor Swift lo scorso gennaio.
Il reato di condivisione non consensuale
La condivisione non consensuale di materiale intimo (erroneamente definito revenge porn) coinvolge anche i deepfake. Creare, diffondere e possedere materiali di questo tipo, se di natura intima e non consensuale, è a tutti gli effetti un reato.
Dal 2019 il Codice Penale (articolo 612 ter) prevede per il reato la reclusione da 1 a 6 anni e la multa da 5mila a 15mila euro. Si applica la stessa pena a chi riceve o acquisisce immagini e video non consensuali e li cede a sua volta.
Cosa fare in caso di diffusione non consensuale
La persona vittima del reato di diffusione di materiale intimo non consensuale ha diverse strade. In caso di possibilità, come ha fatto Rose Villain, si può procedere con la denuncia. L’azione avviene tramite polizia postale (in loco o sulla piattaforma dedicata) prima della firma della denuncia entro due giorni. Ci si può anche rivolgere a un CAV (centro anti-violenza).
Come ha ricordato l’attivista Dalia Aly, ci sono anche altre strade alternative alla denuncia. Si può rivolgere per esempio a piattaforme professionali o volontarie che si occupano di offrire supporto alle persone che finisco al centro di condivisione non consensuale. Tra queste il Collettivo Clara per l’assistenza legale e psicologica, Permesso negato per ricevere assistenza tecnica per la rimozione del materiale e Cyber Rights Organization per attività non solo di assistenza, ma anche di investigazione.