Robert De Niro all'attacco di Donald Trump durante il processo: "Un pagliaccio, diamo spazio ai clown"
Joe Biden ha organizzato una conferenza stampa fuori dal tribunale dove è in corso il processo a Donald Trump (per il caso della pornostar Stormy Daniels), durante la quale Robert De Niro ha attaccato il tycoon
Mercoledì 29 maggio il giudice Juan Merchan fornirà le istruzioni alla giuria nel processo contro Donald Trump, in merito alla vicenda relativa alla pornostar Stormy Daniels. Una decisione è attesa entro la fine della settimana. Nel frattempo, Joe Biden ha pensato di riscaldare ulteriormente un’atmosfera già piuttosto tesa: l’attuale presidente Usa ha infatti organizzato una conferenza stampa fuori dal tribunale di New York dove è in corso il processo, nel corso della quale l’attore Robert De Niro (già coinvolto in precedenza in uno spot anti-Trump) ha attaccato pesantemente il tycoon.
- Le parole di Robert De Niro nella conferenza stampa organizzata da Joe Biden
- La risposta dell'entourage di Donald Trump
- Il processo in aula
- Gli scenari possibili per Trump
Le parole di Robert De Niro nella conferenza stampa organizzata da Joe Biden
De Niro ha definito Trump un “tiranno” che “vuole seminare il caos” e “distruggere non solo il Paese ma il mondo“, descrivendolo come “una sorta di clown” tollerato da New York ma pericoloso come presidente. Lo riporta Ansa.
L’attore hollywoodiano ha avvertito che un ritorno di Trump alla Casa Bianca comporterebbe la perdita delle libertà fondamentali e l’abolizione delle elezioni. Ha anche criticato Trump per il suo ruolo nell’assalto a Capitol Hill, accusandolo di “violenza da codardo” per aver incitato la folla a fare il “lavoro sporco” per lui.
A sostegno di De Niro c’erano due ex agenti che difesero il Campidoglio, portati dalla campagna di Biden, che ha giustificato la scelta della location sottolineando la presenza dei media per il processo.
La risposta dell’entourage di Donald Trump
L’entourage di Trump non ha tardato a dare una risposta, accusando Biden di aver orchestrato il processo per eliminare un rivale politico.
“Lo staff di Biden alla fine l’ha fatto. Dopo aver detto per mesi che la politica non aveva nulla a che fare con questo processo, si sono presentati al tribunale con un evento elettorale“, ha dichiarato il consigliere Jason Miller.
Il processo in aula
Nel frattempo, in aula, difesa e accusa hanno presentato le loro conclusioni, alla presenza dei figli di Trump e della nuora Lara (non c’erano invece la moglie Melania e la figlia Ivanka).
L’avvocato di Trump, Todd Blanche, ha sostenuto l’innocenza del suo cliente, definendo il caso “un verdetto di non colpevolezza facile e veloce”. Blanche ha cercato di demolire la credibilità di Michael Cohen, l’ex fixer di Trump, che aveva testimoniato di aver pagato 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels su ordine di Trump, per evitare danni alla sua campagna elettorale.
I procuratori, invece, hanno chiesto una condanna.
Gli scenari possibili per Trump
Ora sono tre gli scenari giudiziari possibili per Trump. Il primo è che venga riconosciuto colpevole da tutti i 12 giurati, diventando il primo ex presidente americano condannato in un processo penale e il primo candidato presidenziale a correre come pregiudicato.
La condanna, stabilita in un’udienza successiva, può variare da un massimo di 4 anni di carcere alla messa in prova o a una multa (la prigione sembra improbabile per via dell’età e del fatto che Trump è incensurato). In ogni caso, Trump farà appello, il che richiederà altri mesi.
Il secondo scenario è l’assoluzione. Se i giurati non raggiungeranno un verdetto unanime, il giudice potrà sollecitarli a un ulteriore sforzo. Se anche questo fallisse, il processo sarà annullato e i procuratori dovranno decidere se ritentare.